L’ASPETTO PIÙ MISERICORDIOSO DELL’ASSOLUTO

di Sua Divina Grazia
Srila Bhakti Raksak Sridhar Dev-Goswami Maharaj

Qualche volta è stato menzionato che Gokula Krishna è il Krishna Originario, e che Krishna di Goloka sia l’estensione di Gokula. È molto particolare. Appare come prakrita (mondano), ma in verità è trascendentale (aprakrita). Aprakrita: questo termine è stato utilizzato per questo motivo, cioè perché è molto simile a prakrita, molto vicino a prakrita. Le possibilità di confondere il Divino lila di Sri Krishna con prakrita, con cose ordinarie, fallibili, mortali, ci sono tutte, perché è così simile. È a causa di quella similarità che viene dato l’avvertimento:"aprakrita,non prakrita".
Tutto succede per il Suo dolce volere, dall’infanzia all’età adulta, l’onda del Suo lila si muove sempre in modo circolare. Nel Brhad-Bhagavatamrta troverete che Sanatana Goswami ha scritto che sembra che il Krishna-lila cominci dalla nascita di Krishna a Vrndavana, quindi Egli cresce, gioca con i pastorelli, e innumerevoli altre cose. Quindi viene Akrura e Lo porta a Mathura. E dopo, quando Krishna è via da casa, Nanda e Yasoda si trovano in uno stato di estremo dolore, e passano i loro giorni nel più grande dispiacere. Krishna si trova a Mathura e loro soffrono in questo modo per la separazione. Quindi improvvisamente, la ruota cambia a causa di Yogamaya. È così che si crea l’atmosfera: "Oh, Nanda Maharaj e Yasodamayi stanno soffrendo da così tanto tempo perché non hanno un figlio". Questo stadio precedente, la stadio prima della nascita di Krishna, ritorna improvvisamente nella ruota. Allora gradualmente nasce la speranza, vengono fatte le offerte alle Divinità ecc…, affinché possano avere un figlio. E così ancora un volta Krishna, il nuovo figlio di Yasoda, nasce. Quindi il lila di Krishna si evolve gradualmente, e nuovamente Krishna va a Mathura. Tutti questi rasa si susseguono in maniera circolare, proprio come circolarmente si muovono l’inverno, l’estate, la stagione delle piogge e quindi l’autunno.
Ma Kaviraj Goswami ci ha fatto pensare in un altro modo; il sole sorge ora qui, e un minuto dopo sorge in un altro luogo. L’alba si trova sempre in qualche luogo in una porzione del mondo. Non è così? Così anche il Krishna-lila si estende, come il sole, di Brahmanda in Brahmanda (di universo in universo). Il balya-lila, quando qui è passato, si svolge in un altro Brahmanda: continua come il sole. Nella Chaitanya-charitamrita troviamo:
‘nitya-lila’ krsnera sarva-sastre kaya
bujhite na pare lila remane ‘nitya’ haya

(Chaitanya-charitamrita, Madhya 20.385)
"Sebbene il Krishna-lila sia descritto in tutte le Scritture, non può essere compreso in che modo esso sia eterno".
È continuo. La mattina è ovunque, il pomeriggio è ovunque. È rotante. Così in un differente Brahmanda Krishna sta nascendo, e un momento dopo nascerà in un altro Brahmanda…continua sempre.
Anche a Goloka troviamo che è dinamico, deve muoversi in modo circolare. È nitya: eterno. In generale questo è ciò che abbiamo capito. Esso è nitya-lila, e non solo quello, ma dobbiamo anche comprendere quest’altra concezione: che se meditiamo sul balya-lila di Krishna, o se meditiamo sul kisora-lila di Krishna, o se meditiamo su Akrura che Lo porta via a Mathura, allora automaticamente, se la nostra meditazione è reale, immediatamente abbiamo un contatto. Per cui tutti i lila oltrepassano lo spazio e il tempo, ogni lila, ogni punto del lila è nitya è continuo e questo è qualcosa che nemmeno i sadhu possono capire. Krishna è lì e vedrete che il Suo lila ha certe caratteristiche, ma allo stesso tempo non va eliminato il fatto che c’è uno scorrere continuo; il bala, il pauganda, il kisora, sono tutti continui. Questo è l’acintya-bhedabheda di Mahaprabhu.
maya tatam idam sarvvam, jagad avyakta-murtina
mat-sthani sarvva-bhutani, na caham tesv avasthitah
na ca mat-sthani-bhutani, pasya me yogam aisvaram
bhuta-bhrn na ca bhuta-stho, mahatma bhuta-bhavanah

(Bg. 9.4-5)
"Io sono tutto, e tutto è in Me; Io non sono in nessun luogo, e niente è in Me. Non sono un folle. Cerca di capire cosa sono, Arjuna. Cosa sono Io?" Un’affermazione così ardita è comparsa nel mondo della filosofia. "Io sono ovunque e in nessun luogo. Ogni cosa è in Me e niente è in Me. Cerca di cogliere chi sono". Questo tipo di direttiva semplice e imbarazzante e impossibile idea, tutto possibile insieme. Egli è quello.
jnane prayasam udapasya namanta eva
jivanti san-mukharitam bhavadiya varttam
strane sthitah sruti-gatam tanu-van-manobhir
ye prayaso ‘jita jito ‘py asi tais trilokam

(Srimad-Bhagavatam 10.14.3)
Abbandona il tuo tentativo di misurarLo e cerca di avvicinarLo attraverso la fede. Noi siamo finiti, perciò quanta fede possiamo riporre nell’infinito? Molto poca, per cui non pensare che sarai ingannato, che la tua fede ti ingannerà. Qual è la vastità della tua fede? Nell’infinito ogni cosa è possibile. Per cui non aver paura per la tua fede cieca quando vieni a cercare Krishna, l’infinito. Solo la fede ti può condurre là e non la conoscenza. Ciò è chiaramente affermato nello Srimad-Bhagavatam. Non ti avvicinare mai con lo strumento della conoscenza come tua arma, poiché quello ti ingannerà. Ma attraverso la fede il piano adoksaja può discendere fino a te. Ma se tu dubiti, Egli può anche non curarsi di venire a te. Per cui apri pienamente il tuo cuore per riceverLo, e prepara te stesso per qualunque tipo di meraviglioso lila Egli venga a mostrarti. È talmente tanto e vasto. Quali sono le onde dell’infinito? Aspetta e vedrai che sorta di onde verranno a toccarti dall’infinito, dal centro dell’infinito, dell’amore, della bellezza. Aspetta e vedrai, rimani pulito, aperto e imparziale. Non andare a misurare con i tuoi minuscoli esempi presi da questo mondo dalla natura sporca. Tatra laulyam api mulyam ekalam. È solo il tuo desiderio che può aiutarti ad avere il tocco di quella magnanima cosa divina. Se tu andrai a sfidarla, non si preoccuperà di venire. Qual è la perdita per Lui? Sei tu che perdi, che ti inganni. Vai con la volontà del tuo cuore, ma vai avanti. Jnane prayasam udapasya namanta eva, jivanti san-mukharitam bhavadiya-vattam. Brahma dice: jnananta eva janantu (Srimad-Bhagavatam 10.14.38) "Coloro che dicono di sapere ogni cosa, che dicano pure, lasciateli gustare il loro auto-inganno. Per quanto mi riguarda posso dire: manaso vapuso vaco vaibhavam tava gocarah: non sono riuscito neppure minimamente a conoscerTi. Questo è ciò che ho trovato." Brahma dice che gli sciocchi, i palloni gonfiati, possono parlare di qualunque cosa, possono sapere questo, possono sapere quello, pensano che ogni cosa possa essere conosciuta. Lasciate che questi sciocchi danzino la loro stupida danza, ma io sono certo che nessun’arma, nessuno strumento possa arrivare nemmeno a sfiorarLo. Egli è sempre nuovo, dalle caratteristiche eternamente nuove. Egli è infinito e il finito e l’infinito hanno caratteristiche opposte. Allora come è possibile conoscerLo?
Una volta fummo invitati dagli Arya samaj ad andare a predicare a Karachi. Essi pensarono: "Questi Vaisnava saranno la nostra preda, sono idolatri". Il loro presidente mi attaccò dicendo: "Se il finito può conoscere l’infinito, allora Egli non è infinito." Immediatamente mi venne in mente: "Se l’infinito non può far conoscere se stesso al finito, allora Egli non è infinito." Proprio l’opposto della sua sfida, quindi gli diedi una stretta di mano e gli dissi: "Namaste" e me ne andai. Questa è la nostra sola consolazione: che l’infinito può farSi conoscere al finito, altrimenti il finito non può conoscere l’infinito. Perciò cerchiamo sempre di incoraggiare la Sua Grazia. L’aspetto più misericordioso dell’infinito, quello dovrebbe essere la nostra meta. Non sono venuto a rapportarmi con le cose limitate, per cui le mie aspirazioni non devono essere basse e misere. Sono venuto a relazionarmi con l’infinito, per cui il mio comportamento deve essere in accordo a quello. Bhakti; trnad api sunicena taror api sahisnuna amanina manadena. La tendenza a porsi negativamente dovrebbe crescere per attrarre il positivo; "Non posso che volere Te. Non sono adatto, ma devo avere la Tua minima connessione" e quindi dobbiamo invitarLo: "Sono povero, sono meschino, non esiste individuo più meschino di me." Questa è la via. Srila Bhakrtisiddhanta Saraswati Thakura Prabhupada era solito dare questo esempio: al parco dei divertimenti c’è un palo di bamboo spalmato di olio e di polpa di banane mature, per cui è molto scivoloso. Chiunque riesca ad arrampicarsi in cima vincerà un premio, ma chiunque afferri il palo scivola giù. Allo stesso modo, non possiamo salire. Aroha-pantha (il metodo ascendente; l’ottenimento per asserzione) non ci permetterà di entrare lì. La via è scivolosa, scivolosa, scivolosa. Possiamo scendere, ma non possiamo salire. Per cui siamo coraggiosi abbastanza da rapportarci a tale cosa. Abbiamo tale audacia? Tuttavia la posizione è lì. È per la Sua grazia, la linea della Sua grazia. Egli vuole distribuire Se stesso in una linea, per cui srauta-pantha-guru-sampradaya (la linea disciplica che insegna il metodo discendente di ricevere la Grazia Divina). Essa è esclusiva. La necessità è lì. La srauta parampara, guru parampara. La conoscenza è il bhajan, ogni cosa discende dall’infinito al finito, e mai dal finito all’infinito via aroha-pantha. Per cui qualunque cosa ci accingeremo a fare, guarderemo in su, verso Gurudev. "Se tu lo fai, può essere fatto, io non sono nulla, non ho alcuna posizione Signore." Ho trovato questo nel carattere di Ramanuja. Una volta ebbe un dibattito con un pandit mayavadi, per quattordici giorni, e tornò indietro frustrato, perché non era riuscito a sconfiggerlo. Allora venne dal Signore Varadaraja: "Chi sono? Non ho potuto sconfiggere quest’uomo! Sto discutendo da così tanti giorni, e sto cercando di argomentare, ma senza alcun effetto. Non sono nessuno, sono perso. Non dovrei andare a testa alta come un acharya di una sampradaya." Pregò Sri Varadaraja nel Suo tempio e, il giorno dopo, prima ancora di cominciare a discutere, quel signore ammise la sua sconfitta, e disse: "Sì, ho capito ciò che voi avete detto in tutti questi giorni. Ho sbagliato. Ciò che voi dite è giusto." Per il Suo volere, quell’uomo fu sconfitto. Perciò i devoti sono sempre in attesa verso l’alto. Attraverso il volere del Guru, Egli può fare qualunque cosa attraverso di me, altrimenti non posseggo nulla. Se vado per imporre, per affermare me stesso, non solo sarò sconfitto, ma sarò anche perso. Ma quando andrò a mostrare un atteggiamento orgoglioso nel nome del mio Guru, sinceramente, allora sarà bhajan. Questo aiuterà me a anche gli altri. Se adotterò la tendenza a ricevere il potere dall’alto, allora il mio tentativo sarà reale. E anche il tentativo dell’acharya sarà sempre quello di estrarre cose dall’alto, dal suo Guru, e anch’egli sarà sempre dipendente. Non potrà mai dire: io sono in possesso, io ho avuto, sono in possesso della potenza. No.
jagai madhai haite muni se papista
purisera kita haite muni se laghistha

(Chaitanya-charitamrita Adi 5.205)
"Sono più peccaminoso di Jagai e Madhai e più basso di un verme negli escrementi." Questa è negatività, la concezione di ego del negativo. La negatività è così intensa che: "Io non sono nessuno ma Nityananda Prabhu è così grande. È patita-pavana. Per cui ho avuto ogni cosa per la Sua Misericordia Ye yata patita haya, tava daya tata taya, tate ami supatra dayara. (Gitamala, Srila Bhaktivinoda Thakura). Ho il diritto di domandare, perché sono il più caduto. Ho capito che sono il più caduto, per cui ho il più grande bisogno della Tua grazia, della Tua misericordia." Questa dovrebbe essere l’attitudine di un vero devoto. Più genuinamente una persona ha una bassa concezione di sé, più è grande agli occhi dei devoti. Dainya: umiltà; e quindi laulyam: desiderio. Questa è la ricchezza dei devoti. Sono orgoglioso della potenza del mio Gurudev e mai di me stesso. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento del devoto.
Mahaprabhu dice a Sanatana Goswami: "Sanatana, Krishna è molto misericordioso con te. Ti sta dando molte cose attraverso di Me. Io non le capisco, ma per te, così tante cose passano attraverso di Me." Questo è nel Chaitanya-charitamrita: "Sento che la grazia di Krishna scorre a te attraverso di Me. Non conosco tutte queste cose, non sono Mie." È stato anche detto vyaso vetti na vetti va, ossia che Vyasa, colui che ha scritto lo Srimad-Bhagavatam, può conoscerne oppure no il significato. Esso viene attraverso di lui per gli altri. Anche questo è possibile, talvolta. Krishna è indipendente, tutta la gloria alla Sua indipendenza! Noi siamo i Suoi servitori, quale responsabilità è con noi? Noi siamo Suoi strumenti. Egli può fare tutto a modo Suo. Per il Suo volere ogni cosa procede in un certo modo, se Lui desidera altrimenti, le cose andranno diversamente. È parte del Suo lila. Ogni cosa è parte del Suo lila, l’Assoluto è lila-moya. Lila: il continuo e irrefrenabile fluire di ananda, di estasi. Solo il nostro meschino ego ci inganna. Solo l’egoismo ci impedisce di partecipare a quell’onda universale, al fluire dell’Amore Divino, e quella è la più grande cosa mai concepita, è il più grande dono del nostro Signore Dorato: Sri Chaitanyadeva. Gaura Hari, il Signore Chaitanya.


Sri Chaitanya Saraswat Math
Acarya Fondatore: Srila B. R. Sridhar Maharaj
Presidente Acarya: Srila B. S. Govinda Maharaj