L'amorevole ricerca del servitore perduto
di
Swami B.R.Sridhar Goswami Maharaj
Una
volta mentre Krishna e le mucche stavano tornando dalla foresta di
Vrndavana al finir del giorno, un ragazzo che, aveva appena raggiunto
l'emancipazione spirituale, stava entrando in Vrndavana come pastorello
proprio in quel momento. Vedendo il Suo servitore perduto da tanto
tempo, Krishna l'abbracciò ed entrambi svennero a causa dell'estasi.
Invocazione
Amnayah
praha tattvam harim iha
Paramam sarva-saktim rasabdhim
Tad bhinnamsams ca jivan prakrti-
Kavalitan tad vimuktams ca bhavat
Bhedabheda-prakasam sakalam api
Hareh sadhanam suddha-bhaktim
Sadhyam tat pritim evety upadisati
Harir-gauracandro bhaje tam
Qui, in
questo verso, Bhaktivinoda Thakura ha dato l'essenza della filosofia
Gaudiya Vaishnava. Egli dice: "Noi non siamo interessati ad ascoltare
l'opinione di una persona ordinaria: non c'è alcun valore in
un opinione che non sia verità rivelata." Amnaya
significa verità rivelata o scrittura che proviene da fonte
attendibile: la guru-parampara, è una successione
autentica di guru.
Cosa ci dicono queste scritture?
Esse elencano i seguenti fatti; Hari è tutto in tutto (harim
iha paramam). Qual è la Sua natura? Egli è il maestro
di tutte le potenze (sarva-saktim). Egli stesso è
l'oceano del rasa, l'estasi (rasabdhim). L'anima,
la jiva, non è parte diretta di Lui, ma parte della
Sua potenza (tad bhinnamsams ca jivan). Non una porzione
plenaria (svamsa), ma parziale (vibhinnamsa). Tutto
è parte di Hari, ma svamsa significa avatara
e vibhinnamsa significa parte della Sua potenza, tatastha-sakti.
Per natura, alcune anime sono assorte nella potenza esterna e alcune
sono nel grembo della potenza interna (prakrti kavalitan tad vimktams
ca bhavat). Per la loro stessa costituzione alcune anime sono
all'interno della svarupa sakti, mentre altre sono all'esterno.
Alcune anime sono liberate e altre no (mukta e amukta).
Tutto è parte di Hari e ha qualcosa in comune con Lui e qualcosa
di differente (bhedabheda-prakasan sakalam api hareh). L'unico
modo per raggiungerlo è la pura devozione, la dedizione esclusiva
(sadhanam suddha-bhaktim). Sri Hari stesso nella forma di
Gaurachandra, ci sta dando la comprensione che l'amore divino è
l'obbiettivo più elevato della vita (sadhyam yat pritim
evaty upadisati harir-gauracandro bhata tam).
Brhad-Bhagavatamrta
"Perché sei stato lontano? Perché hai vissuto
così a lungo lontano da casa? Come hai potuto? Come è
stato possibile che tu abbia tollerato di essere separato da Me? Te
ne sei andato e hai trascorso vite e vite senza di Me. Io conosco
quante traversie sei andato incontro per ritornare da Me. Mi hai cercato
ovunque e hai mendicato di casa in casa. Sei stato umiliato da molti
e molti ti hanno messo in ridicolo. Hai versato lacrime per Me: so
tutto questo perché ero con te. Adesso dopo grandi difficoltà,
sei tornato a Me."
Introduzione
L'amorevole ricerca del Signore per i Suoi servitori smarriti: qui
una grande intensità viene espressa in modo semplice. E' una
pazza ricerca, un'impresa urgente. Con grande serietà Krishna
viene a liberare i Suoi servitori smarriti. Krishna viene per portarci
a casa.
Nel Brhad-Bhagavatamrta c'è scritto che una volta,
mentre Krishna e le mucche tornavano dalla foresta di Vrndavana
al calar del giorno, un ragazzo che aveva appena raggiunto l'emancipazione
spirituale, stava entrando a Vrndavana come pastorello (sakhya-rasa).
Vedendo quel Suo servitore che si era perduto da lungo tempo, Krishna
lo abbracciò ed entrambi persero i sensi per l'estasi. Tutti
gli altri pastorelli amici di Krishna erano meravigliati:
"Che significa tutto ciò! Com'è possibile che Krishna
abbia perso i sensi nell'abbracciare questo nuovo venuto?" Allora,
mentre tutti loro erano intenti a osservare la scena stupefatti, arrivò
Balarama che in un modo o nell'altro si diede da fare per
destare Krishna.
Krishna allora si rivolse al Suo amico con grande affetto:
"Perché sei stato Lontano? Perché hai vissuto così
a lungo lontano da casa? Come hai potuto? Come è stato possibile
che tu abbia tollerato di essere separato da Me? Te ne sei andato
e hai trascorso vite e vite senza di Me. Io conosco quante traversie
sei andato incontro per ritornare da Me. Mi hai cercato ovunque e
hai mendicato di casa in casa. Sei stato umiliato da molti e molti
ti hanno messo in ridicolo. Hai versato lacrime per Me: so tutto questo
perché ero con te. Adesso dopo grandi difficoltà, sei
tornato a Me."
In questo modo Krishna si rivolse a quel Suo servitore smarritosi
tanto tempo prima, dandogli così il benvenuto. Quando tornò
a casa lo fece sedere accanto a Se per prendere prasadam
insieme. E' in questo modo che un nuovo arrivato viene accolto con
grande serietà da Krishna stesso.
Così la ricerca del Signore per i Suoi servitori smarriti è
una ricerca amorevole; non è un fatto ordinario e viene dal
cuore. Il cuore del Signore non è un cuore ordinario. Chi può
comprendere appieno in quale tipo di ricerca Egli sia impegnato? Sebbene
Egli sia completo sotto ogni aspetto, ciò nonostante prova
dolore per la separazione da ognuno di noi, per quanto piccoli si
possa essere. A dispetto della sua posizione suprema, ha un posto
per noi in un angolo del Suo cuore pieno d'amore. Questa è
la natura dell'infinito: l'autocrate assoluto, il bene assoluto, Krishna.
Un autocrate non è sottoposto ad alcuna legge. Non è
che se Krishna si dà a qualcuno, qualcun'altro rimarrà
senza. L'infinito non è così: al contrario, al Suo ordine
un'infinita fortuna è a disposizione. Per questo Egli è
il magazzino del rasa (akhila-rasamrta-murtih).
Egli è alla ricerca dei Suoi servitori smarriti per riportarli
a casa. Altrimenti noi non abbiamo speranza. Il nostro sollievo, la
nostra consolazione risiedono nel fatto che in definitiva, noi siamo
sotto la cura di un amorevole Signore. Gli amici di Krishna
pensano: "Che ce ne importa degli altri? Noi abbiamo Krishna,
il nostro amico." Che c'importa di tutto il resto? Possiamo ingerire
veleno, possiamo saltare sulla testa di quell'enorme serpente, Kaliya,
possiamo fare qualsiasi cosa. Con Krishna che ci protegge,
di che cosa dobbiamo preoccuparci? Questo sentimento è espresso
da Bhaktivinoda Thakura nel suo Saranagati:
Raksa koribo tuhun niscaya jani
Pana korobun hama yamuna pani
"Senza paura e fiducioso nella Tua protezione, berrò le
acque della Yamuna, che siano avvelenati o no. Io sono una
Tua proprietà. Devi prenderti cura di me, non puoi abbandonarmi."
Kaliya-dokha korobi binasa
Sodhobi nadi-jala badobi asa
Bhaktivinoda tuwa gokula-dhana
Rakhobi kesava! Korato jatana
"Sebbene il veleno del serpente Kaliya abbia avvelenato
le acque della Yamuna, so che non avrà effetto. La
Tua presenza pulirà le acque e così la nostra fiducia
nella Tua protezione aumenterà.
Bhaktivinoda è adesso proprietà di Gokula,
la Tua santa dimora. O Kesava gentilmente proteggilo con
cura."
Come possiamo entrare in una simile relazione d'amore con il Signore?
Attraverso la grazia di Sri Gauranga. Un devoto ha detto:
"Se Gauranga non fosse venuto come avrei potuto vivere?
Chi ci avrebbe informato sulla prospettiva finale della vita?"
Noi abbiamo tale grande prospettiva ciononostante, senza Gauranga,
chi ci avrebbe informato della grande ricerca che abbiamo dentro di
noi? Sri Gauranga dice: "Tu non lo sai, ma possiedi
una ricchezza talmente grande." Egli è venuto ad informarci
della prospettiva che abbiamo, proprio come fa quell'astrologo che
leggendo l'oroscopo ad un poveruomo gli dice: "Perché
conduci una vita misera? Tu possiedi una ricchezza immensa seppellita
sottoterra. Cerca di recuperarla. Tu sei grande ed il tuo padrone
è così amorevole ed elevato, ma tu continui a vagare
per le strade come fossi un poveraccio. Com'è possibile? Tu
non sei indifeso; non è che non c'è nessuno che ti protegge.
Devi solo ricordarti del tuo misericordioso padrone.
Nello Srimad-Bhagavatam (11.5.32), dove si menziona l'avatara
del Kali-yuga, troviamo l'evidenza dell'avvento di Sri
Chaitanya Mahaprabhu. Lì è scritto:
Krsna-varnam tvsa 'krsnam
Sangopangastra-parsam
Yajnaih sankirtana-prayair
Yajanti hi su-medhasah
"Nell'era di Kali, le persone virtuose e intelligenti
adoreranno il Signore come Sri Chaitanya Mahaprabhu. Egli
apparirà in una forma dorata cantando il nome di Krishna
insieme ai Suoi associati."
Dopo questo ci sono altri due versi su Sri Chaitanya Mahaprabhu:
Dhyeyam sada paribhava-ghnam
Abhista-doham
Tirthaspadam siva-virinci-nutam saranyam
Bhrtyarti-ham pranata-pala
Bhavabdhi-potam
Vande maha-purusa te caranavindam
Lo Srimad-Bhagavatam (11.5.33) spiega qui: "Quella stessa
personalità che venne come Ramachandra e Krishna,
è apparsa di nuovo. E' venuto per dirigerci verso la vera realizzazione
della vita. Egli ha portato il nettare più dolce dal piano
più elevato fino a noi per il benificio di tutti. Meditate
soltanto su di Lui e tutte le vostre difficoltà finiranno.
Egli purifica tutti i luoghi di pellegrinaggio e le persone sante
con il Suo tocco ed il Suo sankirtana. Egli porta le cose
più elevate dal piano più alto, persino Brahma
e Siva sconcertati dal Suo nobile dono, inizieranno a glorificarlo,
desiderando ardentemente di prendere rifugio ai Suoi piedi di loto
in segno di sottomissione. Tutte le sofferenze di coloro che verranno
a servirlo saranno rimosse, e le loro necessità interiori saranno
soddisfatte. Egli allora si prenderà cura di coloro che prenderanno
rifugio in Lui. Saranno protetti e avranno tutto ciò di cui
potranno aver bisogno. In questo mondo regolato dalla morale dove
sperimentiamo continuamente gli indesiderabili cambiamenti provocati
da nascita e morte ripetute; in questo luogo dove nessuno desidera
vivere, una grande nave verrà a prenderci e ci porterà
lontano da questa posizione sgradevole. Gettiamoci ai piedi di quella
grande personalità venuta a darci il nettare più elevato."
Tyaktva sudustyaja-surepsita-
Rajya-laksmin
Dharmistha arya-vacasa yad agad aranyam
Maya-mrgam dayitayepsitam anvadhavad
Vande maha-purusa te caranavindam
“O Signore Supremo, tu hai lasciato la dea della fortuna e la
sua grande opulenza, che persino i deva ricercano e solo molto difficilmente
abbandonano. Allo scopo di stabilire perfettamente i principi della
religione, sei andato nella foresta per onorare la maledizione di
un brahmana. Per liberare le anime peccaminose che inseguono i piaceri
illusori, Tu vai alla loro ricerca e gli dai il Tuo servizio devozionale.
Allo stesso tempo, Tu sei impegnato nella ricerca di Te stesso, alla
ricerca di Sri Krishna: la Bella Realtà.”
Questo verso di solito si riferisce al Signore Ramachandra,
che lasciò il Suo regno e dopo esser andato nella foresta con
Sitadevi per assolvere quei doveri che gli erano stati assegnati
dal padre, inseguì Maya-mrgani, il cerbiatto dorato.
Srila Visvanatha Chakravarti Thakura comunque, ci mostra
come questo verso possa essere applicato anche a Sri Chaitanya
Mahaprabhu. Egli dice che la parola maya-mrgam significa
che Sri Chaitanya insegue le anime che sono avvolte da maya,
cioè da concezioni errate. La parola maya-mrgam quando
riferita a Sri Ramachandra significa che Egli inseguì
Marici che aveva assunto la forma di un cerbiatto dorato.
Riferita a Sri Chaitanya Mahaprabhu, maya-mrgam andhavat
significa: “Egli corse dietro a quelle anime che erano nell’illusione
allo scopo di liberarle. Corse dietro a loro come salvatore, per liberarle
da maya o dall’illusione.”
Visvanatha Chakravathi Thakura ha anche dato un’altra
interpretazione: Egli afferma che dayitaya ipsitam significa
ciò che è desiderato dall’amato, cioè la
ricerca di Krishna.
In questo modo Egli identifica due qualità nell’avatar
Chaitanya: che dà sollievo alle anime cadute ed è
alla ricerca di Sri Krishna nel sentimento del Suo amato
(dayitayapositam amadhavat). Ispirato dal sentimento dayita,
la Sua amata, Srimati Radharani, Egli insegue le anime prigioniere
per liberarle. Qui troviamo un riferimento che viene dalle scritture,
il seme di questo concetto. Egli è alla ricerca delle anime
perdute, assorto nell’amorevole ricerca dei Suoi servitori smarriti.
Riflettendo su tutta la vita di Sri Chaitanya Mahaprabhu
e del Suo altro se, Nityananda, è molto chiaro che
Essi, essendo l’Identità Suprema, sono a caccia di anime
cadute per liberarle. Questo sarà la spina dorsale della nostra
concezione dell’amorevole ricerca del Signore per i Suoi servitori
perduti. E’ anche detto:
“Ogniqualvolta e ovunque la religione declina e l’irreligione
prevale, Io appaio, di era in era, allo scopo di proteggere le persone
pie, punire i malvagi e ristabilire i principi della religione.”
Qui Krishna dice: “ Io vengo di tanto in tanto per
ristabilire le ingiunzioni delle scritture e cacciare i demoni.”
Questi sono riferimenti dalle scritture che ci descrivono come Krishna
venga alla ricerca dei Suoi servitori.
Accettando queste affermazioni come punto di partenza, possiamo vedere
che Egli è sempre venuto in questo mondo per aiutare le anime
cadute, i Suoi stessi servitori.
Qual è la posizione delle anime cadute? Krishnadasa Kaviraja
riporta le istruzioni di Sri Chaitanya Mahaprabhu a Sanatana
Goswami:
jivera……(pagVI)
“La natura costituzionale dell’anima, jiva, è
quella di eterno servitore di Krishna; la jiva,
l’anima, è una manifestazione divina, ed è allo
stesso tempo una con Krishna e differente da Lui. Le anime
sono potenza marginale del Signore. Sebbene in realtà esse
siano servitrici di Krishna, da tempo immemorabile sono coinvolte
nell’illusione, come agenti sfruttatori.“ Allo scopo di
liberare i Suoi servitori perduti, il Signore viene di tanto in tanto
per prenderli e portarli nella Sua casa. In altre religioni troviamo
molti messia che vengono per aiutarci a ritrovare il sentiero che,
da una coscienza mondana, conduce ad una coscienza divina. Ma nonostante
questo concetto sia presente anche in altri paesi ed in altre tradizioni
religiose, in India lo è in modo più sistematico e diffuso.
Nello Srimad-Bhagavatam (11.14.3) Krishna dice:
kalena…….pagVI)
“Per influenza del tempo la conoscenza Vedica fu perduta al
momento della devastazione. Ma poi di nuovo, al momento della creazione,
ispirai Brahma, il creatore dall’interno del suo cuore.
E allora attraverso Brahma, molti discepoli furono illuminati.
In questo modo, la verità rivelata discende da me.”
Nella Bhagavad-gita Krishna dice:
imam vivasvate yogam
proktavan aham avyayam
vivasvan manave praha
manur iksvakave 'bhavit
“Dapprima istruì Surya, il deva del sole, in
questa conoscenza. Da lui passò a Manu e da Manu
a Iksvaku. Così fin dall’inizio dei tempi,
do le mie istruzioni ad altri, trasmettendo la verità, Io sono
l’obbiettivo finale del sistema di successione disciplica, generazione
dopo generazione.”
In questo modo Krishna appare di quando in quando a reclamare
i Suoi servitori smarriti da tanto tempo. E come Sri Chaitanya
Mahaprabhu, Krishna gusta la Sua stessa dolcezza. Quando la vuole
distribuirla ai Suoi devoti, la causa è la Sua potenza statica
(ladini-shakti). Quando Krishna si unisce alla Sua
potenza nella forma di Sri Chaitanya Mahaprabhu, Egli diventa
l'acharrya.
Così Krishna: acaryam...
“Sappi che Io sono l'acharya. Il Suo acharya-lila
è la distribuzione di Sé stesso e quindi Egli conduce
a casa i Suoi servitori perduti. Il Suo modo per reclutare le anime
è distribuire conoscenza su Sé stesso e la devozione
a Lui, per portarle infine a casa.
A Vrndavana Krishna gusta il rasa all'interno della cerchia
dei Suoi associati e a Navadwipa, Sri Chaitanya con il Suo
gruppo, sta gustando lo stesso e distribuisce tale gusto anche agli
altri. La Sua distribuzione ed il Suo reclutamento sono identici.
Distribuendo Sé stesso Egli attira a Sé i nostri cuori,
portandoci a casa. La distribuzione di Sé, compiuta dall’Assoluto
è intesa a portarci a casa, a casa di Dio. In questo modo il
Signore è eternamente impegnato nell’amorevole ricerca
dei servitori perduti.
Sri
Chaitanya Saraswat Math
Acarya
Fondatore: Srila B. R. Sridhar Maharaj
Presidente Acarya: Srila B. S. Govinda Maharaj