Il servizio a Sri Guru
di
Srila B.S. Govinda Maharaj


In realtà, con la nostra energia noi non possiamo soddisfare Krishna. La Realtà è da se stessa e per se stessa - Egli è soddisfatto con se stesso e con la Sua armamentario. Egli sente solo una piccola mancanza nel fatto che necessita di servitori per servire i Suoi servitori. Egli è desideroso di soddisfare questa unica necessità.
ratna karastava grham grhini ca padma
kim deya masti bhavato jagadisvaraya
abhira vamanayana hrta manasaya
dattam mano yadupate tadidam grhan

Il devoto vuole offrire qualcosa a Krishna, ma che cosa offrirà? Krishna è anche Vishnu, e Vishnu vive in un'oceano di gioielli; ratna karastava grham.
Il devoto pensa:"Cosa posso dare a Krishna? Ho dei gioielli che potrei offrire a Lui, ma non sono sufficienti per Lui. Non Lo soddisferanno perché vive in un'oceano dove ci sono tanti gioielli. In effetti è il padrone di tutti i gioielli!
"Ratna karastava grham grhini ca padma" - così vorrei poter dare a Lui degli altri tipi di ricchezze come: oro, vestiti o altre cose che in questa dimensione mondana sono necessari per il mantenimento della famiglia, e considerati ricchezze. Ma la proprietaria di tutte le ricchezze è Lakshmidevi che vive con Lui, il Signore Vishnu, quindi anche Lui ha tutte le ricchezze."
Egli possiede molti gioielli, possiede tutte le ricchezze e ha anche un oceano di latte condensato! Cosi il devoto non può capire come soddisfare il Signore.
ratna karastava grham grhini ca padma

kim deya masti bhavato jagadisvaraya
"Cosa ti posso dare? Tu possiedi ogni cosa." Poi arriva alla mente del devoto, "Oh, può darsi che manchi una cosa al controllo del mio Signore. E questa è la Sua mente! La Sua mente è stata portata via dalle Gopi! La mente di Krishna è sempre alla ricerca del servizio delle Gopi, in questo modo Egli perde la Sua mente: le Gopi l'hanno presa. Tuttavia i devoti pregano Krishna, "In realtà Tu non possiedi la mente, così per favore prendi la mia mente ai Tuoi piedi di loto, e gioisci con questa." E' necessario dare a Krishna la nostra mente, e offrendola ai Suoi piedi di loto saremo glorificati. Solo questo è necessario, ma in quale modo potremo fare la nosta offerta? Sebbene Krishna viva all'interno del nostro cuore noi non possiamo vederLo e non possiamo connetterci con Lui direttamente. Solo attraverso il "sistema telescopico" noi possiamo vederLo. Nel cielo ci sono milioni di stelle ma noi non possiamo vederle perché non abbiamo una tale capacità. Così è necessario guadagnarsi l'abilità per vedere, e questo è ottenibile attraverso il "sistema telescopico". Quando con il procedimento giusto mettiamo delle lenti in linea una dopo l'altra, potremo vedere qualcosa da lontano. In maniera simile la Guru-parampara è il nostro mezzo per vedere Krishna. E' attraverso tale linea di Guru che il nostro servizio raggiunge Krishna, ed è accetatto da Lui immediatamente. Questa logica è menzionata nei libri sanscriti ed è chiamata "satapatha vedhah - nyaya". Pensiamo che questo servizio raggiunga Krishna direttamente ma passa attraverso ogni successivo Guru uno per uno fino a Lui, proprio come un ago passa attraverso una pila di foglie una dopo l'altra. E' necessario offrire noi stessi a Krishna, ma l'unico modo di farlo è attraverso il Guru. Ma dobbiamo prendere a cuore l'accettazione di un Guru autentico altrimenti l'ago si romperà. Nelle scritture possiamo trovare i sintomi di un vero Guru:
krpa-sindhu su-sampurnah, sarvva-sattvopakarakah
nsiprhah sarvvatah siddhah, sarvva-vidya-visaradah
sarvva-samsaya-samchetta, 'nalaso gurur ahrtah
(Hari-bhakti-vilasa 1.45-46)

"La persona che è un oceano di misericordia, che è soddisfatto in tutti i particolari, che possiede tutte le buone qualità, che lavora sempre per il beneficio di tutte le anime, che è libero dalla lussuria, che è perfetto in tutti i particolari, che conosce le scritture e la scienza di Krishna è riconosciuto come Guru." Questa è la qualificazione per un Guru, e noi riceveremo la nostra connessione con Krishna stabilendo e mantenendo a nostra volta tale connessione con Lui, colui in cui tutti questi sintomi risiedono. Qualunque cosa facciamo, la dovremo fare con sincerità, e ciò ci aiuterà a salvaguardarci. Dobbiamo essere sinceri. Sincerità, umiltà e tolleranza sono qualifiche necessarie per ricevere la conoscenza trascendentale. Ma per prima cosa la sincerità. Con sincerità possiamo ottenere ogni cosa, ma dobbiamo essere sinceri o altrimenti il risultato non verrà. Una analogia può essere fatta: un buon acciaio è necessario per fabbricare una buona arma, similmente una reale sincerità è necessaria per fare un devoto autentico. La sincerità è l'acciaio del devoto. Dobbiamo offrire noi stessi con tutta la nostra sincerità. Dovremo anche adottare le qualità di umiltà, tolleranza e dare onore agli altri. Dobbiamo sempre essere umili. Maya ci sottoporrà molte prove ma dobbiamo cercare di tollerare ogni cosa e realizzare il perché tali cose succedono. Inoltre, se vogliamo rimanere pacifici dobbiamo dare onore agli altri. Se non disturbiamo gli altri ma gli diamo onore, non ci disturberanno. Penseranno, "Questa persona è innocente. Egli non è contro di me, inoltre mi conforta dandomi rispetto, quindi non devo disturbarlo." Mahaprabhu Sri Chaitanyadev vuole sempre che i Suoi devoti siano pacifici per praticare vita spirituale. Tale pace è possibile solo se i devoti sono umili e tolleranti, e se danno onore agli altri. Il devoto penserà, "Non voglio vedere se una persona è meritevole di onore o no, ma conosco la mia posizione di anima insignificante che aspira a essere servitore del servitore del servitore di Krishna. Così se una persona vuole dell'onore da me io devo immediatamente darglielo e non dargli da pensare di essere suo nemico." Possiamo vedere un esempio in passato di Srila Rupa Goswami che fù avvicinato da un digvijayi pandit, un rinomato studioso mondano. Venendo a conoscenza del nome e della fama di Rupa Goswami egli andò da Lui e Lo sfidò: "Se non puoi sconfiggermi allora certificami firmando una dichiarazione che tu sei stato sconfitto da me."
Rupa Goswami pensò, "Non ho tempo per parlare con quest'uomo." Egli di conseguenza chiese, "Dov'è il tuo foglio di carta? Lo firmerò." Egli così scrisse in effetti, "Questo uomo è un grande pandit e io sono stato sconfitto da lui" e lo firmò. Questa è la natura di un puro devoto, non vuole causare disturbo o problemi agli altri. I devoti sono molto attenti che ogni cosa qui è come uno spettacolo che ci passa davanti. La gente pensa che quello che possiede è la loro ricchezza, ma non sanno quando moriranno o dove andranno dopo la morte. Il nostro dovere è prepararci per il servizio a Krishna, e questa è la vera ricchezza della nostra vita. Il nostro unico rifugio è servire Krishna, di conseguenza non perderemo il nostro tempo con affari mondani.Questo è il sentimento dei devoti, e un altro sentimento è mostrato da Jiva Goswami Prabhu. Egli voleva correggere digvijayi pandit, e tuttavia lo castigò, "Tu sei andato a vedere Rupa Goswami ma non sai chi è. Tu pensi di essere un grande pandit, ma adesso ti considero molto insensato. Tu sei andato nei pressi di un oceano di estasi ma non hai ricevuto neanche una goccia di quella estasi. Sei andato li e sei tornato indietro a mani vuote. Tuttavia, ti considero molto sciocco. Non conosci chi sono Rupa Goswami e Sanatan Goswami, Quindi sei andato per sconfiggerli. Io sono un loro discepolo e se vuoi esaminarmi allora vai avanti, fino a quando potrai capire qualcosa a riguardo della loro grandezza." Comunque, quel digvijayi pandit ricevette la grazia di Jiva Goswami e fù sconfitto da Lui in pochi minuti. Egli potè capire che aveva fatto molte offese a Rupa e Sanatana, e per grazia di Jiva Goswami, egli abbandonò il suo ego. Il pandit immediatamente ritornò da Rupa Goswami e Sanatan Goswami e, scusandosi, prese rifugio in Loro. Jiva Goswami fù felice del fatto che dimostrò delle capacità nello svolgere servizio al suo Guru salvando quel digvijayi pandit dall'illusione. In seguito a questo incidente Rupa Goswami, per insegnare a noi, mostrò infelicità verso Jiva Goswami: "Tu sei venuto qui da Vrindavan ma adesso sembra che attraverso questo incidente tu desideri acquisire fama mondana." Questo, tuttavia, non era il desiderio di Jiva Goswami, la sua intenzione era di glorificare il suo Guru, correggere il digvijayi pandit, e accordare misericordia verso lui. Srila Guru Maharaj molte volte spiegò che tale ricchezza è per Narayana, le donne sono per Krishna, e la fama è per Gurudeva. C'è un detto molto bello in Bengala: guru gana sire punah sobha paya sata guna - qualunque tipo di fama viene a me, se immediatamente la trasferisco ai piedi di loto del mio Guru, allora in una maniera magnifica e splendente brillerà e sarò anche io all'interno dei suoi raggi. Così noi dovremo sempre cercare di offrire noi stessi al nostro Guru; e la natura del Guru è che manda sempre ogni cosa immediatamente ai piedi di loto del Suo Guru, e in questo modo attraverso la linea precettoriale ogni cosa molto velocemente raggiunge Krishna. Nella logica sanscrita è detto: "satapatra vedhah - nyaya," - se un ago è passato attraverso una fila di centinaia di foglie, può farlo in ogni momento senza dubbio, ma è apparentemente istantaneo. La differenza di tempo tra la singola penetrazione di ogni foglia è praticamente incalcolabile, ma c'è sempre una differenza. Similmente quando riceviamo della fama o ogni altra cosa, se la offriamo nel giusto posto allora andrà praticamente istantaneamente attraverso la linea di successione a Krishna. Il giusto posto è che le donne sono per Krishna, le ricchezze sono di Narayana, e la fama è di Gurudev. In ultima analisi il Guru è Radharani e dando fama al Guru velocemente passa attraverso il processo di "satapatra vedhah - nyaya" direttamente a Srimati Radharani. Dovremo cercare di soddisfare il nostro Gurudev - è l'unica maniera. Ma il Guru deve essere genuino, e dovrà sempre offrire i suoi omaggi al suo Guru. C'è solo una qualifica nell'uomo: una persona che è cento per cento arresa al proprio Guru può diventare un Guru. Se offriamo noi stessi al nostro Guru egli non ci prenderà per sua convenienza ma ci manderà a Krishna. Egli non prenderà nessuna energia che noi mandiamo a Lui per se stesso, ma la passerà al Suo Guru e tuttavia attraverso il processo "satapatha vedhah - nyaya" raggiungerà Krishna. Da lì la sua misericordia tornerà indietro in un'altra forma a colui che l'ha donata e a tempo debito lo glorificherà. In questo modo questa pura misericordia scende dall'alto, ed è conoscenza trascendentale. In effetti, noi non possiamo adorare Krishna con ogni cosa mondana, ma
quando andiamo ad adorare le Divinità pronunciamo mantra. Prima di offrire un fiore mettiamo dell'acqua del Gange su questo e recitiamo il mantra:
puspe puspe maha-puspe
supuspe puspa sambhave
puspa ca vakirne ca ua

'hum phat svaha'

Attraverso questo stesso mezzo possiamo anche trasformare noi stessi con un appropriata meditazione accompagnandoci con questo mantra:
divya sri hari-mandiradya tilakam
kantham sumalanvitam,
vaksah sri harinama varna subhabam
sri khanda liptam punah,
putam suksamana vamvaram vamaltam,
dhyayeccha sri-guru pada-padma

nikate sevot sukancatmanah
Questo mantra significa: "Io sono un servitore dei servitori del mio Guru Maharaj, possa egli dare la Sua misericordia cosi che io possa adorare i Suoi piedi di loto, e possa egli offrirmi, insieme alla mia energia, a Krishna." Questa è la strada giusta per l'arcan, la reale adorazione.


Sri Chaitanya Saraswat Math