L’affetto

Abbiamo bisogno di una buona associazione. Così che poi l’affetto crescerà. Altrimenti, l’opportunità non ci verrà data per farci progredire in un piano superiore. Per prima cosa, dall’associazione, nascerà una relazione, così che, nel momento in cui si sarà costituito, sboccerà anche l’affetto. È quindi necessario per prima cosa avere una relazione con Guru e Vaisnava, i devoti di Dio, poiché altrimenti non otterremo l’affetto. Dobbiamo anche essere coscienti che prima dell’affetto è necessario avere rispetto per Guru e Vaisnava; poi potremo progredire.

adau sraddha tatah sadhu-sango 'tho bhajana-kriya,
tato 'nartha-nivyttih syat tato nistha.


Giungeremo a questo affetto per mezzo di nistha e ruchi; la relazione divina è sempre strettamente connessa con sadhu-sangha, ovvero con l’associazione con santi o puri devoti di Dio, ma prima è necessaria la fede o sraddha. Se la fede è sicura, allora possiamo provare ad avere una relazione con un sadhu, e per mezzo della relazione con un sadhu potremo raggiungere un livello più elevato, imparando a servire con devozione e purificandosi da ciò che è dannoso; ma è necessario all’inizio passare attraverso tre o quattro stadi prima dell’affetto. Tuttavia, per qualcuno può arrivare subito; l’affetto è presente in ognuno e può svilupparsi senza causa. Talvolta, anche in questo mondo terreno è possibile notare che certe persone, già dal primo giorno in cui si incontrano, divengono ottimi amici. L’affetto si manifesta istantaneamente appena si incontrano e, allo stesso modo, ciò è possibile anche nelle relazioni spirituali sebbene prima, alcune sukrti – buona fortuna – devono essere presenti a posteriori. Quando si pratica vita spirituale è necessario fare ciò che viene definito sadhana ed associarsi con i santi devoti. Attraverso questa associazione cresce la stima interiore e nasce un desiderio ardente che effettivamente trasmette affetto, anche se finché non ne proviamo di reale per la Divinità, il desiderio resta soffocato. Dopo essersi purificati si proverà stabilità dalla quale deriverà ruchi, cioè il gusto per il Divino si manifesta. Il rapporto affettuoso comincia da ruchi. Tutto ciò però può essere raggiunto con l’associazione dei santi devoti, poiché non è possibile realizzare l’attività del servizio divino senza l’associazione. Se una persona non ha le qualità adatte, il servizio appropriato non può essere compiuto; in quel caso, la mente di quella persona può vagare in modo casuale pensando che una cosa oppure un’altra siano perfette, ma vivendo in un ambiente illusorio il servizio non sarà reale anche se, senza dubbio, a volte per buona fortuna può essere corretto. In genere, però, non procede nel modo corretto, poiché proprio l’ambiente illusorio, ci induce in errore.
Anor aniyan mahato mahiyan. Se dicessimo che il Brahman, lo Spirito, è molto grande, il concetto di grandezza che abbiamo potrebbe farci intendere qualcosa simile al cielo ma, al di là del cielo, non riusciamo a pensare ad un altro concetto di grandezza. Però una tale conoscenza non agisce lì, poiché l’universo trascendentale è totalmente separato e (posto) al di là di questa conoscenza. In genere, quindi, siamo portati a sbagliare ed è per questo che è necessaria la giusta associazione, sadhu-sanga.
Ci sono due tipi di sadhu-sanga. Se non c’è nessuna persona sadhu con cui associarsi troveremo aiuto nei libri sacri, mentre l’associazione con un buon sadhu ci permette di raggiungere il fine divino direttamente sotto la sua guida.
Non tutti provano affetto. La buona fortuna avrà poi fatto il suo lavoro in precedenza: con una potente buona fortuna si possono subito attraversare i tre successivi livelli dopo essersi associati con un sadhu, ma questo è possibile solo in casi speciali. Il nostro Guru Maharaj ha utilizzato la parola «affetto», ma è necessario sapere in che modo l’ha fatto.
L’affetto è presente ovunque, dal livello più basso a quello più elevato; un tipo di affetto è anche quello di chi tenta di sfamare gli altri: anche questo è una forma di affetto. Egli non vuole mangiare troppo per sé per dare da mangiare agli altri; ciò lo rende felice e, se qualcuno mangia molto in quella situazione, l’affetto del distributore va immediatamente a quella persona. Un altro esempio è l’affetto per il bambino che cresce nel cuore della madre già prima che egli nasca.
Quando esiste una relazione solida si può costruire l’affetto, ed essa diventerà solida per mezzo del sadhu-sangha. Chiunque può avere un rapporto con gli altri, ma i sentimenti si dimostrano secondo il tipo di relazione. Anche coloro che non sanno di essere parenti attraverso la nascita, sentono dentro un rapporto automatico.
A volte il nostro Guru Maharaj diceva: “Attraverso dharmma-buddhi – un attitudine virtuosa, il controllo dei sensi è possibile, in quel momento una relazione con il superiore arriverà a noi attraverso quella attitudine virtuosa”. Affetto per il superiore crescerà se manteniamo un’ attitudine virtuosa.
So che questa medicina ha un sapore amaro e la lingua e i sensi non l’accettano, ma la mia capacità intellettuale mi renderà molto più di questo, perché può dire: “Se assumi questa medicina amara, la tua salute migliorerà”; anche l’affetto deriverà da questa cosa amara. È in questo modo che potremo tentare di avere una relazione adatta. Il Mahabhrata ci insegna che un comportamento virtuoso può permetterci di costruire un rapporto anche quando non si è abbastanza desiderosi di farlo; ciò può essere stabilito da un attitudine virtuosa.
E questa attitudine virtuosa vive dentro di noi. Possiamo vivere nel mondo materiale, nell’ambiente illusorio ma l’attitudine virtuosa non ci abbandona, altrimenti vivremmo in modo casuale. Eppure non esistiamo per caso. Se qualcuno viaggia nella direzione opposta alla mia e non gli lascio abbastanza spazio potremmo scontrarci o urtarci, se non lascio dello spazio per lui. Questo è un comportamento virtuoso.
Quando l’affetto non è espresso correttamente è necessario correggere la nostra visione, e solo allora esso arriverà. Qualche volta ai tempi di Srila Guru Maharaj, Egli insisteva su alcuni piani di azione in accordo al suo desiderio, ma noi non potevamo capire la sua logica; allo stesso modo se obbiettavamo, egli non poteva capire la nostra idea. Eppure seguivamo l’opinione di Srila Guru Maharaj. Un comportamento virtuoso. Quando poi sono arrivati i risultati pensavamo: “Guru Maharaj ha fatto così tante cose buone per me!”; tutto ciò è successo molte volte.
Sadhu-sanga: se lo seguiremo ci darà sollievo da tante cose e un ottimo risultato per il futuro. Tutto dipende da sraddha, dalla fede. Adau sraddha, tatah sadhu-sanga. Prima fede, poi l’associazione con dei santi sarà possibile; l’interpretazione di sraddha è molto di più della semplice «fede»; in realtà è fede affettuosa.
Anche glorificare il santo nome è così; cantiamo Hare Krishna, ma lo facciamo davvero o produciamo soltanto una vibrazione sonora del tutto materiale?
Srila Rupa Goswami lo ha descritto in un modo molto grazioso: atah sri krishna-namadi na bhaved grahyam indriyaih. Come lo dovremmo intonare? Come possiamo cantare? Sevonmukhe hi jihvadau svayam eva sphuraty adah: Egli rivelerà Se Stesso e quando si sentirà felice con noi, penserà: “Qui si trova qui il mio livello di danza”. Se in maniera appropriata ci prepariamo per questo livello, Egli verrà a danzare felicemente sulle nostre lingue. Non possiamo catturare, con le nostre lingue terrene il Santo Nome poiché il Santo Nome è trascendentale e con i nostri sensi terreni non possiamo catturarlo.
È per questo che Guru Maharaj ha dato così tanta importanza ad una vita di servizio; Seva è il servizio, e l’attitudine di servizio è necessaria. Quando siamo fissi nella nostra attitudine di servizio, nel nostro corpo verrà manifestato automaticamente quel livello. Molti dicono che sono iniziati. Ma hanno avuto una vera iniziazione o no?
Nella Chaitanya-charitamrta è detto:

diksa-kale bhakta kare atma-samarpana
sei kale krishna tare kare atma-sama

(Antya-Lila 4.192)

Se si è iniziati da un autentico Guru, dato che il Guru non è differente da Krishna, Krishna si prenderà carico del discepolo e quando Krishna lo fà, nulla di mondano rimane. Atma-sama significa trascendentale e Krishna lo rende trascendentale. Quando si arrende al Guru, Krishna lo rende trascendentale. Sei deha kare tara cidanandamaya - la sua forma appare la stessa, ma si è trasformata in una forma trascendentale. Vediamo il devoto qui seduto ma la sua forma è trascendentale. Sei deha, indica «quel corpo» che assume una forma trascendentale. Poi aprakrita-dehe krishna-carana bhajaya – dopo di ciò il discepolo si impegna nel bhajan il Servizio Divino e Krishna accetta il suo servizio.
Come può giustificarsi tutto questo? Se tutti dicono che ciò è falso nessuno raggiungerà l’iniziazione? In un’altra parte del Sri Chaitanya-charitamrita ci viene spiegato che questo è un certo livello di sviluppo.

brahmananda bhramite kona bhagyavan jiva
guru-krishna-prasade paya bhakti-lata-bija

(Madhya-Lila 19.151)

premno hi bija-pradam. Il Guru si assume la responsabilità di diffondere il seme di Krishna-prema, amore per Dio, perciò non siamo senza speranza! Se ci è stato dato il seme e piantandolo correttamente, esso diventerà trascendentale: questo è il significato intimo.
Non siamo senza speranza. In altre occasioni ho detto che avevamo due grandi Guru – uno è Srila Swami Maharaj (Srila A.C. Bhaktivedanta Swami Maharaj) e l’altro è Srila Guru Maharaj (Srila Bhakti Raksak Sridhar Dev-Goswami Maharaj). Non c’è dubbio che abbiamo ricevuto il vero seme. Il seme è autentico –vediamo che in tutto il mondo che molte persone cantano Hare Krishna. È un fatto – ognuno lo sa adesso. Anche in Russia si parla di Sri Chaitanya e Nityananda Prabhu. Anche in Ungheria. E questa coscienza fu data da Srila Swami Maharaj, e Srila Swami Maharaj considera Srila Guru Maharaj il Suo Guru. Non abbiamo dubbi quindi che abbiamo solo un grande Guru, ma due grandi Guru.
Essi sono karna-dhara, sono i nostri Guardiani. Il Guru è il comandante della nave. Non seguire gli ordini del capitano è un nostro errore, non il suo. Perciò ora dovremmo cercare di piantare correttamente questo seme, dovere che viene definito bhajana-kriya, o adempimento corretto dei servizi e dei doveri devozionali, attraverso il quale otterremo automaticamente la purificazione, anartha-nivritti. Una persona che riesce a controllare i propri sensi è libera dall’attaccamento mondano e possiamo ritenerci fortunati di aver visto tante anime cosi.
Ma tutto il mio merito va al mio Guru. Può rendere un corvo come Garuda. A me non spetta alcun merito. Se io sentissi che ogni cosa è per mio merito cadrei nella posizione peggiore; tale tipo di sentimento deve provenire dal cuore ma non solo in modo formale. Se qualcuno vuole dimostrare "Sono un Vaisnava, così devo mostrare umiltà" – questo non è vaisnavismo. L’umiltà arriverà dal cuore. Questa è la vera umiltà.


(Originariamente pubblicato in "Divino Messaggio per i Devoti")

Sri Chaitanya Saraswat Math