SECONDO
CAPITOLO
SULLA
VIA PER SRI PURI-DHAMA
Un
discorso tenuto da Sua Divina Grazia
Srila Bhakti Sundar Govinda Dev-Goswami Maharaj
Domani
andrete in un luogo speciale di pellegrinaggio. Lì noterete che
i servitori del tempio di Jagannath, conosciuti come Panda, detengono
una posizione molto speciale. Esiste un detto: 'Se ami me, ama il mio
cane', il che significa che se ami me dovrai mostrare il tuo amore anche
al mio cane; allora saprò che mi ami davvero. Il Signore Jagannath
ha dato ai Panda la posizione di controllori, per cui, qualunque cosa
facciano, non dobbiamo criticare.
Il Mahaprasada è reperibile in tutto il mondo, ma a Jagannath-ksetra
è differente. Lì i Panda non lasciano entrare chiunque
nel tempio. Specialmente non lasciano entrare alcuna persona che essi
considerano essere di bassa classe o mleccha. Ma quando il Mahaprasada
esce da quello stesso tempio, allora gli stessi Panda lo mangiano dalle
mani della più bassa classe di persone, gli mleccha. Questo significa
che seguono delle usanze. Seguono il costume che fu introdotto dal Signore
Jagannath.
Ramanujacharyya voleva rompere la tradizione, ma quale fu il risultato
che ottenne? Ramanujacharyya voleva che il culto del Signore Jagannath
fosse fatto secondo il vidhi-marga. Ci sono alcune regole e regolamenti
nei Veda, specialmente nel Manu-samhita, ed egli voleva che l'adorazione
fosse fatta in modo genuino seguendo queste regole e regolamenti. Pensò
che il modo in cui i Panda eseguivano l'adorazione non fosse il metodo
tradizionale, che i mantra che usavano non fossero quelli giusti, e
voleva quindi che il rito fosse fatto nel modo corretto. Tutti gli eruditi
furono sconfitti da lui. Il giorno seguente doveva aver luogo l'incontro
finale, e il Re sarebbe stato costretto ad introdurre il metodo di culto
Vedico. Quella notte, mentre Ramanujacharyya stava dormendo, il suo
letto fu gettato trecento miglia lontano, a Kurmmaksetra. Al mattino
si domandò dove fosse, e scoprì che era a Kurmmaksetra,
con tutto il suo entourage; il Signore Jaggannath stesso li aveva trasportati.
Il Signore Jagannath gli apparve anche in sogno e gli disse: "Il
modo nel quale sono servito qui continuerà. Per favore non interferire.
Vai via da qui".
È difficile trovare una sistemazione in un posto speciale come
questo. Ma per l'influenza di Srila Guru Maharaj e la misericordia del
Signore Jagannath l'abbiamo trovata, ed ora siamo anche in grado di
acquisire un po' più di spazio. Ora i desideri di Srila Guru
Maharaj sono soddisfatti, per cui possiamo vedere che il Signore Jagannath
nutre una benevolenza speciale verso di noi. Prima non potevo andare
a Puri-Dhama nonostante i molti sforzi, ma ora il Signore Jagannath
talvolta mi trascina lì.
Non so se domani sarò in grado di venire con voi. Sto pregando
il Signore Jagannath, perché so che sarò in grado di andare
solo se Lui mi ci conduce, non altrimenti. Ma ha attratto tutti voi.
È per questo che siete venuti qui, e associandovi con i sadhu
e i devoti di questo asrama, avete trovato l'opportunità di andare
lì. Nella vita i soldi sono necessari in ogni situazione. Per
sopravvivere e per attraversare la vita di ogni giorno, si spendono
sempre soldi. Tuttavia i soldi non sono tutto. Non c'è garanzia
che se ho i soldi sarò in grado di andare. Questa è una
verità che è stata provata molte volte nella mia vita.
Pregate tutti il Signore Signore Jagannath affinché ci conduca
salvi fino a lì e ci riporti in salvo dove stiamo svolgendo il
nostro rispettivo seva. Questa è oggi la nostra sola preghiera.
Non abbiamo niente altro per cui pregare.
Non stiamo andando in gita, ma stiamo andando in un luogo di pellegrinaggio,
un luogo sacro. Andare là ci purificherà il corpo, la
mente e l'anima. Stiamo andando sulla sponda del mare. Mahaprabhu ha
detto: "Da oggi questo oceano è diventato un Maha-tirtha".
In quanto tale, l'oceano è un grande luogo di pellegrinaggio
poiché l'acqua di tutti i fiumi sacri vi si mescola. In più,
alla scomparsa di Srila Haridas Thakura, Mahaprabhu danzò con
il suo corpo tra le Sue braccia, e quando bagnò il suo corpo
nell'oceano disse: "Da oggi l'oceano è davvero diventato
un grande luogo di pellegrinaggio". Perché?
È detto nello Srimad-Bhagavatam:
bhavad-vidha
bhagavatas
tirthi-bhutah
svayam vibho
tirthi-kurvvanti tirthani
svantah-sthena gadabhrta
(Srimad-Bhagavatam, 1.13.10)
"Se
coloro che portano sempre Gadadhara, il Signore Supremo, nel loro cuore
non possono purificare i luoghi di pellegrinaggio, allora chi può
farlo? Loro sono i luoghi di pellegrinaggio personificati, e non hanno
bisogno di andare in pellegrinaggio."
Allora perché vanno nei luoghi di pellegrinaggio? Le persone
davvero peccatrici contaminano quei luoghi. Tutto e tutti hanno una
capacità particolare. Anche noi abbiamo una capacità particolare
ed è che il fardello dei nostri peccati è così
grande che persino un luogo di pellegrinnaggio non riesce a digerirlo.
In questo modo un luogo di pellegrinaggio si contamina automaticamente.
In quel momento appaiono le grandi personalità, coloro che portano
il Signore Supremo nel loro cuore. Non appena si bagnano nell'acqua
sacra, l'acqua si purifica, come se un agente purificante l'avesse pulita.
Questa è la loro naturale capacità. Mahaprabhu ha dimostrato
l'esempio supremo di questo. Mahaprabhu disse che l'oceano di Puri divenne
il più grande luogo di pellegrinaggio quandò Egli vi bagnò
il corpo di Haridas Thakura. Haridas Thakura era solito cantare trecentomila
nomi del Signore ogni giorno. Purificava persino l'ambiente animato
e inanimato intorno a lui quando cantava ad alta voce. La sua purezza
era fuori questione.
Ai devoti occidentali che vengono in India non è permesso di
entrare nel Tempio di Jagannath, ma nonostante ciò vanno a Puri-Dhama
ancora e ancora, perché sono attratti dai passatempi di Mahaprabhu
a Jagannath-Dhama.
Tra tutti i posti, Mahaprabhu scelse Jagannath-Dhama, il quale è
non-differente da Kuruksetra. Bhaktivinoda Thakura ha detto che Kuruksetra
è il supremo luogo di culto per noi. Perché? Dove la brama
raggiunge il punto estremo, quello è il luogo della più
grande soddisfazione. Se non hai fame, non sarai in grado di godere
neppure di una sontuosa festa, mentre se sei affamato, persino del riso
e sale o degli spinaci avranno il gusto dell'ambrosia. Durante la mia
infanzia ebbi la malaria, e il mio dottore mi raccomandò qualcosa
chiamato 'poder bhat'. Sapete come è fatto il poder bhat? Un
po' di riso viene bollito su di un fuoco che è alimentato da
qualche formella di sterco di mucca, e ci vuole molto tempo perché
cuocia. Quindi il riso stava bollendo da ore, ed io lo stavo guardando,
pensando a quando avrei potuto mangiarlo!
Questa esigenza che sorge dall'interno è la cosa più elevata
per noi. È chiamata bramosìa, ed è raganuga-bhakti.
krsna-bhakti-rasa-bhavita
matih
kriyatam yadi kuto 'pi labhyate
tatra laulyam api mulyam ekalam
janma-koti-sukrtair na labhyate
Il
tipo di devozione che è krsna-bhakti-rasa-bhavita matih, nella
quale l'intera coscienza di una persona è sommersa nel nettare
della devozione d'amore per Krishna, non è devozione ordinaria.
Anche l'esigenza per un tale amore, non è una piccola esigenza.
Il Signore stesso dice a Durvasa Muni:
sadhavo
hrdayam mahyam
sadhunam hrdayam tv aham
mad-anyat te na jananti
naham
tebhyo manag api
(Srimad-Bhagavatam, 9.4.68)
"Non
c'è niente che Io possa fare. I Miei puri devoti Mi hanno confinato
con il loro amore, e anch'Io ho legato loro a Me con il Mio amore. In
questo modo siamo indebitati l'un l'altro. Non posso essere imparziale".
In tempi più recenti Sripad Kesava Maharaj disse questo: "Non
posso essere imparziale poiché ho preso il sannyasa da Srila
Sridhar Maharaj". Sripad Kesava Maharaj era un confratello del
nostro più adorabile Srila Guru Maharaj. Prima che prendesse
il sannyasa era un brahmachari molto famoso e influente chiamato Vinoda
Brahmachari. Quando accadde che qualcuno tra i brahmachari voleva prendere
il controllo della Math del nostro Srila Guru Maharaj, ci fu bisogno
di un mediatore. Per questo decisero di chiedere a Sripad Kesava Maharaj
di fare da mediatore. Quando andarono da Sripad Kesava Maharaj con questa
richiesta, lui disse loro: "Voi siete tutti miei confratelli, e
così è anche Srila Sridhar Maharaj. Ma ho preso il sannyasa
da lui. Ho offerto la mia testa ai suoi piedi di loto, per cui non posso
essere imparziale. Come potrei fare da mediatore?"
Quindi loro dissero: "Allora sappi che ci sarà spargimento
di sangue. Siamo pronti a dare le nostre vite".
Sentendo questo, Sripad Kesava Maharaj disse: "Se siete pronti
a dare le vostre vite, allora qualcuno sarà anche pronto a prendere
le vostre vite, perché non sarò in grado di essere imparziale,
dato che ho già venduto me stesso a Srila Sridhar Maharaj".
Allora andarono da Sripad Goswami Maharaj, ma ancora la loro intenzione
non fu assecondata. Sripad Goswami Maharaj disse loro direttamente:
"Se voi portate due Nepali, io porterò cinquanta Sikh. Ho
preso il sannyasa da Srila Sridhar Maharaj, per cui sono indebitato
con lui".
Il Signore Supremo è indebitato con i Suoi devoti nello stesso
modo. Non può essere imparziale.
mayi
nirbaddha-hrdayah
sadhavah sama-darsanah
vase kurvanti mam bhaktya
sat-striyah sat-patim yatha
(Srimad-Bhagavatam, 9.4.66)
Krishna
dice: "I Miei devoti Mi incantano con il loro seva. La loro unica
richiesta è quella di servirMi. Non vogliono null'altro".
Se nello svolgere il loro seva provano un po' di gioia o felicità,
pensano di aver commesso qualche offesa; pensano che probabilmente sono
nello spirito del godimento. Solo al vedere questo, Krishna dà
loro un sacco di seva. Dà loro così tanto seva che ne
divengono intossicati. Krishna pensa: "Che storia è questa?
Radharani va in estasi nel vederMi? Qual è la profondità
di quell'estasi? Come posso misurarla? Non posso misurarla perchè
non posso diventare Radharani". Quindi:
sri-radhayah
pranaya-mahima kidrso vanayaiva-
svadyo
yenadbhuta-madhurima kidrso va madiyah
saukhyam casya mad-anubhavatah kidrsam veti lobhat
tad-bhavadhyah samajani sacigarbha-sindhau harinduh
(Sri Chaitanya-charitamrta, ndi-lila, 1.6)
("'Qual
è la grande gloria dell'Amore di Sri Radha? Cos'è questa
Mia straordinaria amorevole dolcezza e fascino che Sri Radha gusta?
E qual è la gioia che Sri Radha prova facendo esperienza della
Mia dolcezza e del Mio fascino?' Per il desiderio struggente di assaporare
questi tre sentimenti, la luna (Krishnachandra) nacque dall'oceano del
grembo di madre Saci").
Per gustare il supremo Rasa di Vipralambha di Srimati Radharani, Mahaprabhu
andò a Jagannath-Dhama, che è Kuruksetra. Perché?
Perché a Kuruksetra Srimati Radharani sta pensando: "Il
Mio Signore sta lacerando il Mio cuore". Srimati Radharani sà
che Krishna è la Sua vita ed anima. Ma lì vede che è
circondato dai Suoi figli, amici, parenti e regine, che affollano l'intero
posto. Lei è solo una semplice lattaia alla quale generalmente
non verrebbe prestata nessuna attenzione in una tale adunanza reale.
Invece Le prestarono attenzione, e in un modo davvero speciale. Infatti
le chiesero di mostrare loro la Danza Rasa, la quale si svolge solo
a Vrindavana. Dopo che l'ebbero vista, ne furono sbalorditi. Dissero:
"Non abbiamo mai sperimentato nulla di così meraviglioso".
Allora Radharani sorrise: "Cosa avete visto? Avete visto un corpo
senza testa, una cosa morta. Non avete visto la cosa reale: quella la
potete vedere solo a Vrindavana. Dov'è la Yamuna? Dove sono i
boschetti degli alberi kadamba? Dov'è il cinguettio dei pavoni
e dei pappagalli? E dov'è il Signore dei nostri cuori, Krishna,
che suona il flauto e custodisce le mucche? Nessuna di queste cose è
qui, per cui come potete vedere la Danza Rasa qui? Ciò che avete
visto qui ne è solo l'ombra. Se volete vedere la cosa reale,
dovete andare a Vrindavana".
In un'altra occasione Krishna disse ad Uddhava qual è il più
alto soddisfacimento della bhakti.
na
tatha me priyatama atmayonir na sankarah
na
ca sankarsano na srir-naivatma ca yatha bhavan
(Srimad-Bhagavatam, 11.14.15)
("Mio
caro Uddhava, persino il Signore Brahma, il Signore Siva, il Signore
Sankarsana, la dea della fortuna Laksmidevi e persino Me stesso non
Mi sono cari come lo sei tu"). Ma Uddhava stesso pensava:
asam
aho carana-renu-jusam aham syam,
vrndavane kim api gulma-latausadhinam
ya dustyajam svajanam aryya-pathan ca hitva
bhejur mukunda-padavim srutibhir vimrgyam
(Srimad-Bhagavatam, 10.48.61)
Quando
Uddhava andò a Vrindavana fu così affascinato nel vedere
l'amore delle Gopi, la loro devozione, la loro attrazione e il loro
affetto per Krishna che disse: "Vita dopo vita, desidero una sola
cosa: voglio diventare una particella di polvere a Vrindavana. E non
solo questo, ma voglio essere uno di quelli che sono degni di ricevere
quella polvere, come le piante e i rampicanti di Vrindavana, e vivere
qui per tutta l'eternità. Qui, nella terra di Vrindavana, Krishna
ha svolto i Suoi Divertimenti, e anche le Sue compagne, le Gopi, errano
in questo luogo. Sarebbe la mia fortuna più grande se potessi
nascere qui come un piccolo rampicante, così da poter ricevere
la polvere dei loro piedi di loto sulla mia testa".
Così grandi sono le glorie di Krishna, e l'intenso sentimento
di separazione da Lui, Vipralambha. Mahaprabhu ci ha mostrato il limite
supremo di quel vipralambha a Sri Nilacala-Dhama.
Anche Sri Gadadhara Pandita, il quale tenne Mahaprabhu nella profondità
del suo cuore, e svolse il seva supremo, visse lì. Mahaprabhu
prese il sannyasa e andò a Jagannath Puri e, per il Suo desiderio,
il Signore Gopinath Si manifestò. Quando andrete a Puri vedrete
il Signore Gopinath. Sia i sentimenti di Mahaprabhu che quelli di Gadadhara
Pandita furono descritti in un bellissimo sloka dal nostro Srila Guru
Maharaj:
nilambhodhitate
sada svavirahaksepanvitam bandhavam
srimad-bhagavati
katha madiraya sanjivayan bhati yah
srimad-bhagavatam sada svanayanasrupayanaih pujayan
gosvami-pravaro gadadhara-vibhur bhuyad mad eka gatih
I
piedi di loto di Gadadhara Pandita sono il nostro unico tesoro. Egli
risiedette presso l'oceano di Vipralambha che fu manifestato dalla sua
anima e vita, il Signore Gauranga, il quale prese ogni cosa da lui.
Mahaprabhu stava soffrendo per la separazione da Krishna, e i suoi sentimenti
di separazione erano così intensi che talvolta il Suo corpo si
allungava, talvolta ritraeva le estremità come una tartaruga,
e talvolta le Sue giunture si disarticolavano.
Dunque Mahaprabhu, Sri Krishna stesso, stava soffrendo a causa di una
intensa separazione da Krishna, e si ravvivava nell'ascoltare argomenti
riguardanti il Signore Krishna da Gadadhara Pandita. Quando una persona
è affranta dal dolore, che cosa fa? Il dolore lo acceca, e non
riesce a capire in che modo può trovare pace, per cui beve alcolici.
Sri Gadadhara Pandita provvedeva una tale intossicazione per Mahaprabhu,
rianimandoLo con gli argomenti intossicanti dello Srimad-Bhagavatam.
Questo è il modo in cui servì il Signore del suo cuore.
E quale era il sentimento di separazione di Gadadhara Pandita? Vedeva
il suo amato Signore di fronte a lui, soffrire così intensamente
da diventare talvolta incosciente. Tutti gli otto sintomi della separazione
si potevano osservare nel Suo corpo: perspirazione, tremiti, lacrime,
stordimento, cambiamento del colore del corpo e così via, ma
non c'era nulla che egli potesse fare. Compiangendo tutto ciò,
un continuo torrente di lacrime scorreva dai suoi occhi.
Ogni volta che Gadadhara leggeva il Bhagavatam, impazziva talmente a
causa del sentimento di separazione da Krishna che le sue lacrime lavavano
via le lettere sulle pagine. La prova di questo è che quando
Srinivasa Acharyya venne da lui per studiare lo Srimad-Bhagavatam, Gadadhara
Pandita gli disse: "Mio caro figlio, quando stavo leggendo il Bhagavatam
a Mahaprabhu, tutte le lettere del mio libro furono lavate via, per
cui ora non posso leggere da questo libro. Per favore, trova un libro
da qualche parte. Mahaprabhu mi ha dato istuzioni in un sogno, dicendomi
che stavi arrivando. Ma hai bisogno di avere un libro. Io ho memorizzato
ogni cosa, ma tu hai bisogno di avere un libro". Così Gadadhara
Pandita adorò il Bhagavatam con le sue lacrime. Quali ingredienti
sono necessari per l'adorazione? Le proprie lacrime sono i migliori
ingredienti.
I piedi di loto di Gadadhara Pandita sono la nostra ultima destinazione.
Le nostre adorabili Divinità sono Gaura-Gadadhara, e la dimostrazione
suprema della loro Vipralambha fu vista a Nilacala-Dhama.
Nel Sri Chaitanya-charitamrta Krishna Dasa Kaviraj ha rivelato un significato
così profondo degli sloka dello Srimad-Bhagavatam, ed ha estratto
da essi una ricchezza interiore talmente grande che è al di là
della nostra immaginazione. Quando Mahaprabhu vede il Signore Jagannath
al Rathayatra prega così:
ahus
ca te nalina-nabha padaravindam
yogesvarair
hrdi vicintyam agadha-bodhaih
samsara-kupa-patitottaranavalambam
geham jusam api manasy udiyat sada nah
(Srimad-Bhagavatam, 10.82.49)
(Oh,
Tu dall'ombelico di loto! I Tuoi piedi di loto, tenuti eternamente all'interno
dei cuori dei grandi yogi dall'intelletto profondo come l'oggetto di
meditazione, sono l'unico mezzo per liberare quelle anime cadute nel
pozzo dell'esistenza materiale. Possano questi piedi di loto gentilmente
apparire all'interno dei nostri cuori di ordinarie donne di casa").
Nel Chaitanya-charitamrta troviamo questi sloka:
anyera
hrdayamana, mora mana-vrndavana,
'mane'
'vane' eka kari' jani
tahan tomara pada-dvaya, karaha yadi udaya,
tabe tomara purna krpa mani
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.137)
"Parlando
nello stato d'animo di Srimati Radharani, Chaitanya Mahaprabhu disse:
'Per la maggior parte delle persone la mente e il cuore sono uno, ma
poiché la Mia mente non è mai separata da Vrindavana,
considero la Mia mente e Vrindavana essere una cosa sola. La Mia mente
è già Vrindavana, e dal momento che Tu ami Vrindavana,
vuoi per favore posarvi i Tuoi piedi di loto? La considererei come la
Tua piena misericordia'".
prana-natha,
suna mora satya nivedana
vrajaamara
sadana, tahan tomara sangama,
na paile na rahe jivana
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.138)
("Mio
caro Signore, gentilmente ascolta la Mia sincera rassegnazione. La Mia
casa è Vrindavana, e desidero la Tua associazione lì.
Ma se non la ottengo, sarà molto difficile per Me mantenere la
Mia vita").
purve
uddhava-dvare, ebe saksat amare
yoga-jnane
kahila upaya
tumividagdha, krpamaya, janaha amara hrdaya,
more aiche kahite na yuyaya
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.139)
("Mio
caro Krishna, precedentemente, quando stavi a Mathura, mandasti Uddhava
ad insegnarmi la via della meditazione e della conoscenza. Ora Tu stesso
stai dicendo la stessa cosa, ma la Mia mente non l'accetta. Non c'è
posto nella Mia mente per queste cose superficiali. Tu sei colmo di
qualità artistiche e benevolo, e conosci bene il Mio cuore. Non
ti si addice parlarmi in questo modo").
nahe
gopi yogesvara, pada-kamala tomara,
dhyana
kari' paibe santosa
tomara vakya-paripati, tara madhye kutinati,
suni' gopira aro badhe rosa
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.141)
("Le
Gopi non sono come gli yogi mistici. Non saranno mai soddisfatte semplicemente
meditando sui Tuoi piedi di loto ed imitando i cosiddetti yogi. Insegnare
alle Gopi la cosiddetta meditazione è un altro tipo di doppiezza.
Quando viene data loro l'istruzione di sottoporsi a pratiche di yoga
mistico, non sono affatto soddisfatte. Al contrario, si arrabbiano ancora
di più con Te"). Quale intenso sentimento di separazione
avevano le Gopi! "Con chi credi di parlare?"
deha-smrti
nahi yara, samsara-kupa kahan tara,
taha
haite na cahe uddhara
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.142)
Le
Gopi stanno dicendo: "Le persone ti adorano per essere liberate
dall'esistenza materiale, ma quello non è il nostro tipo di adorazione.
Noi non vogliamo essere liberate. Non ci ricordiamo nemmeno dei nostri
corpi. Che importa a noi dell'esistenza materiale? E tu vieni a dirci
che saremo liberate dall'esistenza materiale!"
nhus ca te nalina-nabha padaravindam yogesvarair hrdi vicintyam agadha-bodhaih:
"Queste pratiche sono solo per le persone che desiderano essere
liberate. I tuoi piedi di loto sono il nostro unico obiettivo".
Tahan tomara pada-dvaya, karaha yadi udaya, tabe tomara purna krpa mani.
A Nilacala-Dhama c'è stata la massima coltivazione di un così
intenso sentimento di Vipralambha.
candidasa,
vidyapati, rayera nataka-giti,
karnamrta,
sri gita-govinda
svarupa-ramananda-sane, mahaprabhu ratri-dine,
gaya, suneparama ananda
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 2.77)
(Anche
Lui passò il Suo tempo leggendo libri e cantando le canzoni di
Chandidas e Vidyapati, ed ascoltando le citazioni tratte dal Jagannath-vallabha-nataka,
dal Krsna-karnamrta e dal Gita-govinda. In questo modo, in compagnia
di Svarupa Damodara e Ramananda Raya, Sri Chaitanya Mahaprabhu passò
i Suoi giorni e le Sue notti cantando e ascoltando con estasi suprema").
Dunque domani andrete in quel posto. Il Signore Jagannath vi ha attratto
con la Sua misericordia. Sentiremo tutti che il nostro obiettivo è
soddisfatto lì, e se riusciamo umilmente ad offrire noi stessi,
allora diventeremo completi.
om
purnam adah purnam idam
purnat
purnam udacyate
purnasya purnam adaya
purnam evavasisyate
(Sri Isopanisad, Invocazione)
Noi
possiamo essere molto piccoli, ma Lui è infinito. Se riusciamo
a stabilire una relazione con l'infinito, proprio come quando sottraiamo
zero da zero, rimane zero, similmente quando sottraiamo infinito da
infinito, rimane infinito. Così possiamo diventare completi.
Per cui, per favore, andate a Jagannath Puri con questa disposizione
nel vostro cuore.
Ci sono felicità e miseria ovunque, a casa e fuori. So per certo
che voi non vi preoccupate molto di queste cose. Tuttavia, talvolta
tali sensazioni sorgono in noi perché abbiamo dei corpi materiali.
Questo corpo è come un marmocchio viziato al quale non piace
tollerare alcun inconveniente. Più comodità ottiene, più
ne vuole. Ma la comodità è nostra nemica. Non c'è
bisogno di tali comodità nella nostra vita.
Come elefanti, mangiammo così tante giungle, e la nostra fame
non fu soddisfatta. Come maiali, mangiammo montagne di escrementi, e
la nostra fame non fu soddisfatta. Vita dopo vita abbiamo cercato la
comodità, ma non l'abbiamo trovata. Per cui dobbiamo separarci
da tali comodità e cercare il Signore Krishna, l'Oceano del Piacere,
la Personificazione di tutte le dolcezze. Possiamo avere Lui nella nostra
visione iniziando noi stessi al bhakti-yoga. Questo soddisferà
la nostra missione più elevata, e questo dovrebbe essere l'oggetto
del nostro più grande desiderio.
Per favore andate dal Signore Jagannath con tale desiderio: che per
la Sua misericordia Egli appaia alla nostra vista, e che ci dia la polvere
del Suo Sacro Dhama, così che possiamo andare lì. Questo
è il nostro solo desiderio e preghiera.
vancha-kalpatarubhyas
ca krpa-sindhubhya eva ca
patitanam
pavanebhyo vaisnavebhyo namo namah
traduzione
in italiano e trascrizione
a cura di Krishna Kanta devi dasi
Sri
Chaitanya Saraswat Math
|