SECONDO CAPITOLO

SULLA VIA PER SRI PURI-DHAMA

Un discorso tenuto da Sua Divina Grazia
Srila Bhakti Sundar Govinda Dev-Goswami Maharaj

Domani andrete in un luogo speciale di pellegrinaggio. Lì noterete che i servitori del tempio di Jagannath, conosciuti come Panda, detengono una posizione molto speciale. Esiste un detto: 'Se ami me, ama il mio cane', il che significa che se ami me dovrai mostrare il tuo amore anche al mio cane; allora saprò che mi ami davvero. Il Signore Jagannath ha dato ai Panda la posizione di controllori, per cui, qualunque cosa facciano, non dobbiamo criticare.
Il Mahaprasada è reperibile in tutto il mondo, ma a Jagannath-ksetra è differente. Lì i Panda non lasciano entrare chiunque nel tempio. Specialmente non lasciano entrare alcuna persona che essi considerano essere di bassa classe o mleccha. Ma quando il Mahaprasada esce da quello stesso tempio, allora gli stessi Panda lo mangiano dalle mani della più bassa classe di persone, gli mleccha. Questo significa che seguono delle usanze. Seguono il costume che fu introdotto dal Signore Jagannath.
Ramanujacharyya voleva rompere la tradizione, ma quale fu il risultato che ottenne? Ramanujacharyya voleva che il culto del Signore Jagannath fosse fatto secondo il vidhi-marga. Ci sono alcune regole e regolamenti nei Veda, specialmente nel Manu-samhita, ed egli voleva che l'adorazione fosse fatta in modo genuino seguendo queste regole e regolamenti. Pensò che il modo in cui i Panda eseguivano l'adorazione non fosse il metodo tradizionale, che i mantra che usavano non fossero quelli giusti, e voleva quindi che il rito fosse fatto nel modo corretto. Tutti gli eruditi furono sconfitti da lui. Il giorno seguente doveva aver luogo l'incontro finale, e il Re sarebbe stato costretto ad introdurre il metodo di culto Vedico. Quella notte, mentre Ramanujacharyya stava dormendo, il suo letto fu gettato trecento miglia lontano, a Kurmmaksetra. Al mattino si domandò dove fosse, e scoprì che era a Kurmmaksetra, con tutto il suo entourage; il Signore Jaggannath stesso li aveva trasportati. Il Signore Jagannath gli apparve anche in sogno e gli disse: "Il modo nel quale sono servito qui continuerà. Per favore non interferire. Vai via da qui".
È difficile trovare una sistemazione in un posto speciale come questo. Ma per l'influenza di Srila Guru Maharaj e la misericordia del Signore Jagannath l'abbiamo trovata, ed ora siamo anche in grado di acquisire un po' più di spazio. Ora i desideri di Srila Guru Maharaj sono soddisfatti, per cui possiamo vedere che il Signore Jagannath nutre una benevolenza speciale verso di noi. Prima non potevo andare a Puri-Dhama nonostante i molti sforzi, ma ora il Signore Jagannath talvolta mi trascina lì.
Non so se domani sarò in grado di venire con voi. Sto pregando il Signore Jagannath, perché so che sarò in grado di andare solo se Lui mi ci conduce, non altrimenti. Ma ha attratto tutti voi. È per questo che siete venuti qui, e associandovi con i sadhu e i devoti di questo asrama, avete trovato l'opportunità di andare lì. Nella vita i soldi sono necessari in ogni situazione. Per sopravvivere e per attraversare la vita di ogni giorno, si spendono sempre soldi. Tuttavia i soldi non sono tutto. Non c'è garanzia che se ho i soldi sarò in grado di andare. Questa è una verità che è stata provata molte volte nella mia vita. Pregate tutti il Signore Signore Jagannath affinché ci conduca salvi fino a lì e ci riporti in salvo dove stiamo svolgendo il nostro rispettivo seva. Questa è oggi la nostra sola preghiera. Non abbiamo niente altro per cui pregare.
Non stiamo andando in gita, ma stiamo andando in un luogo di pellegrinaggio, un luogo sacro. Andare là ci purificherà il corpo, la mente e l'anima. Stiamo andando sulla sponda del mare. Mahaprabhu ha detto: "Da oggi questo oceano è diventato un Maha-tirtha". In quanto tale, l'oceano è un grande luogo di pellegrinaggio poiché l'acqua di tutti i fiumi sacri vi si mescola. In più, alla scomparsa di Srila Haridas Thakura, Mahaprabhu danzò con il suo corpo tra le Sue braccia, e quando bagnò il suo corpo nell'oceano disse: "Da oggi l'oceano è davvero diventato un grande luogo di pellegrinaggio". Perché?
È detto nello Srimad-Bhagavatam:

bhavad-vidha bhagavatas
tirthi-bhutah svayam vibho
tirthi-kurvvanti tirthani
svantah-sthena gadabhrta

(Srimad-Bhagavatam, 1.13.10)

"Se coloro che portano sempre Gadadhara, il Signore Supremo, nel loro cuore non possono purificare i luoghi di pellegrinaggio, allora chi può farlo? Loro sono i luoghi di pellegrinaggio personificati, e non hanno bisogno di andare in pellegrinaggio."
Allora perché vanno nei luoghi di pellegrinaggio? Le persone davvero peccatrici contaminano quei luoghi. Tutto e tutti hanno una capacità particolare. Anche noi abbiamo una capacità particolare ed è che il fardello dei nostri peccati è così grande che persino un luogo di pellegrinnaggio non riesce a digerirlo. In questo modo un luogo di pellegrinaggio si contamina automaticamente. In quel momento appaiono le grandi personalità, coloro che portano il Signore Supremo nel loro cuore. Non appena si bagnano nell'acqua sacra, l'acqua si purifica, come se un agente purificante l'avesse pulita. Questa è la loro naturale capacità. Mahaprabhu ha dimostrato l'esempio supremo di questo. Mahaprabhu disse che l'oceano di Puri divenne il più grande luogo di pellegrinaggio quandò Egli vi bagnò il corpo di Haridas Thakura. Haridas Thakura era solito cantare trecentomila nomi del Signore ogni giorno. Purificava persino l'ambiente animato e inanimato intorno a lui quando cantava ad alta voce. La sua purezza era fuori questione.
Ai devoti occidentali che vengono in India non è permesso di entrare nel Tempio di Jagannath, ma nonostante ciò vanno a Puri-Dhama ancora e ancora, perché sono attratti dai passatempi di Mahaprabhu a Jagannath-Dhama.
Tra tutti i posti, Mahaprabhu scelse Jagannath-Dhama, il quale è non-differente da Kuruksetra. Bhaktivinoda Thakura ha detto che Kuruksetra è il supremo luogo di culto per noi. Perché? Dove la brama raggiunge il punto estremo, quello è il luogo della più grande soddisfazione. Se non hai fame, non sarai in grado di godere neppure di una sontuosa festa, mentre se sei affamato, persino del riso e sale o degli spinaci avranno il gusto dell'ambrosia. Durante la mia infanzia ebbi la malaria, e il mio dottore mi raccomandò qualcosa chiamato 'poder bhat'. Sapete come è fatto il poder bhat? Un po' di riso viene bollito su di un fuoco che è alimentato da qualche formella di sterco di mucca, e ci vuole molto tempo perché cuocia. Quindi il riso stava bollendo da ore, ed io lo stavo guardando, pensando a quando avrei potuto mangiarlo!
Questa esigenza che sorge dall'interno è la cosa più elevata per noi. È chiamata bramosìa, ed è raganuga-bhakti.

krsna-bhakti-rasa-bhavita matih
kriyatam yadi kuto 'pi labhyate
tatra laulyam api mulyam ekalam
janma-koti-sukrtair na labhyate

Il tipo di devozione che è krsna-bhakti-rasa-bhavita matih, nella quale l'intera coscienza di una persona è sommersa nel nettare della devozione d'amore per Krishna, non è devozione ordinaria. Anche l'esigenza per un tale amore, non è una piccola esigenza.
Il Signore stesso dice a Durvasa Muni:

sadhavo hrdayam mahyam
sadhunam hrdayam tv aham
mad-anyat te na jananti
naham tebhyo manag api
(Srimad-Bhagavatam, 9.4.68)

"Non c'è niente che Io possa fare. I Miei puri devoti Mi hanno confinato con il loro amore, e anch'Io ho legato loro a Me con il Mio amore. In questo modo siamo indebitati l'un l'altro. Non posso essere imparziale".
In tempi più recenti Sripad Kesava Maharaj disse questo: "Non posso essere imparziale poiché ho preso il sannyasa da Srila Sridhar Maharaj". Sripad Kesava Maharaj era un confratello del nostro più adorabile Srila Guru Maharaj. Prima che prendesse il sannyasa era un brahmachari molto famoso e influente chiamato Vinoda Brahmachari. Quando accadde che qualcuno tra i brahmachari voleva prendere il controllo della Math del nostro Srila Guru Maharaj, ci fu bisogno di un mediatore. Per questo decisero di chiedere a Sripad Kesava Maharaj di fare da mediatore. Quando andarono da Sripad Kesava Maharaj con questa richiesta, lui disse loro: "Voi siete tutti miei confratelli, e così è anche Srila Sridhar Maharaj. Ma ho preso il sannyasa da lui. Ho offerto la mia testa ai suoi piedi di loto, per cui non posso essere imparziale. Come potrei fare da mediatore?"
Quindi loro dissero: "Allora sappi che ci sarà spargimento di sangue. Siamo pronti a dare le nostre vite".
Sentendo questo, Sripad Kesava Maharaj disse: "Se siete pronti a dare le vostre vite, allora qualcuno sarà anche pronto a prendere le vostre vite, perché non sarò in grado di essere imparziale, dato che ho già venduto me stesso a Srila Sridhar Maharaj".
Allora andarono da Sripad Goswami Maharaj, ma ancora la loro intenzione non fu assecondata. Sripad Goswami Maharaj disse loro direttamente: "Se voi portate due Nepali, io porterò cinquanta Sikh. Ho preso il sannyasa da Srila Sridhar Maharaj, per cui sono indebitato con lui".
Il Signore Supremo è indebitato con i Suoi devoti nello stesso modo. Non può essere imparziale.

mayi nirbaddha-hrdayah
sadhavah sama-darsanah
vase kurvanti mam bhaktya
sat-striyah sat-patim yatha

(Srimad-Bhagavatam, 9.4.66)

Krishna dice: "I Miei devoti Mi incantano con il loro seva. La loro unica richiesta è quella di servirMi. Non vogliono null'altro". Se nello svolgere il loro seva provano un po' di gioia o felicità, pensano di aver commesso qualche offesa; pensano che probabilmente sono nello spirito del godimento. Solo al vedere questo, Krishna dà loro un sacco di seva. Dà loro così tanto seva che ne divengono intossicati. Krishna pensa: "Che storia è questa? Radharani va in estasi nel vederMi? Qual è la profondità di quell'estasi? Come posso misurarla? Non posso misurarla perchè non posso diventare Radharani". Quindi:

sri-radhayah pranaya-mahima kidrso vanayaiva-
svadyo yenadbhuta-madhurima kidrso va madiyah
saukhyam casya mad-anubhavatah kidrsam veti lobhat
tad-bhavadhyah samajani sacigarbha-sindhau harinduh

(Sri Chaitanya-charitamrta, ndi-lila, 1.6)

("'Qual è la grande gloria dell'Amore di Sri Radha? Cos'è questa Mia straordinaria amorevole dolcezza e fascino che Sri Radha gusta? E qual è la gioia che Sri Radha prova facendo esperienza della Mia dolcezza e del Mio fascino?' Per il desiderio struggente di assaporare questi tre sentimenti, la luna (Krishnachandra) nacque dall'oceano del grembo di madre Saci").
Per gustare il supremo Rasa di Vipralambha di Srimati Radharani, Mahaprabhu andò a Jagannath-Dhama, che è Kuruksetra. Perché? Perché a Kuruksetra Srimati Radharani sta pensando: "Il Mio Signore sta lacerando il Mio cuore". Srimati Radharani sà che Krishna è la Sua vita ed anima. Ma lì vede che è circondato dai Suoi figli, amici, parenti e regine, che affollano l'intero posto. Lei è solo una semplice lattaia alla quale generalmente non verrebbe prestata nessuna attenzione in una tale adunanza reale. Invece Le prestarono attenzione, e in un modo davvero speciale. Infatti le chiesero di mostrare loro la Danza Rasa, la quale si svolge solo a Vrindavana. Dopo che l'ebbero vista, ne furono sbalorditi. Dissero: "Non abbiamo mai sperimentato nulla di così meraviglioso". Allora Radharani sorrise: "Cosa avete visto? Avete visto un corpo senza testa, una cosa morta. Non avete visto la cosa reale: quella la potete vedere solo a Vrindavana. Dov'è la Yamuna? Dove sono i boschetti degli alberi kadamba? Dov'è il cinguettio dei pavoni e dei pappagalli? E dov'è il Signore dei nostri cuori, Krishna, che suona il flauto e custodisce le mucche? Nessuna di queste cose è qui, per cui come potete vedere la Danza Rasa qui? Ciò che avete visto qui ne è solo l'ombra. Se volete vedere la cosa reale, dovete andare a Vrindavana".
In un'altra occasione Krishna disse ad Uddhava qual è il più alto soddisfacimento della bhakti.

na tatha me priyatama atmayonir na sankarah
na ca sankarsano na srir-naivatma ca yatha bhavan
(Srimad-Bhagavatam, 11.14.15)

("Mio caro Uddhava, persino il Signore Brahma, il Signore Siva, il Signore Sankarsana, la dea della fortuna Laksmidevi e persino Me stesso non Mi sono cari come lo sei tu"). Ma Uddhava stesso pensava:

asam aho carana-renu-jusam aham syam,
vrndavane kim api gulma-latausadhinam
ya dustyajam svajanam aryya-pathan ca hitva
bhejur mukunda-padavim srutibhir vimrgyam

(Srimad-Bhagavatam, 10.48.61)

Quando Uddhava andò a Vrindavana fu così affascinato nel vedere l'amore delle Gopi, la loro devozione, la loro attrazione e il loro affetto per Krishna che disse: "Vita dopo vita, desidero una sola cosa: voglio diventare una particella di polvere a Vrindavana. E non solo questo, ma voglio essere uno di quelli che sono degni di ricevere quella polvere, come le piante e i rampicanti di Vrindavana, e vivere qui per tutta l'eternità. Qui, nella terra di Vrindavana, Krishna ha svolto i Suoi Divertimenti, e anche le Sue compagne, le Gopi, errano in questo luogo. Sarebbe la mia fortuna più grande se potessi nascere qui come un piccolo rampicante, così da poter ricevere la polvere dei loro piedi di loto sulla mia testa".
Così grandi sono le glorie di Krishna, e l'intenso sentimento di separazione da Lui, Vipralambha. Mahaprabhu ci ha mostrato il limite supremo di quel vipralambha a Sri Nilacala-Dhama.
Anche Sri Gadadhara Pandita, il quale tenne Mahaprabhu nella profondità del suo cuore, e svolse il seva supremo, visse lì. Mahaprabhu prese il sannyasa e andò a Jagannath Puri e, per il Suo desiderio, il Signore Gopinath Si manifestò. Quando andrete a Puri vedrete il Signore Gopinath. Sia i sentimenti di Mahaprabhu che quelli di Gadadhara Pandita furono descritti in un bellissimo sloka dal nostro Srila Guru Maharaj:

nilambhodhitate sada svavirahaksepanvitam bandhavam
srimad-bhagavati katha madiraya sanjivayan bhati yah
srimad-bhagavatam sada svanayanasrupayanaih pujayan
gosvami-pravaro gadadhara-vibhur bhuyad mad eka gatih

I piedi di loto di Gadadhara Pandita sono il nostro unico tesoro. Egli risiedette presso l'oceano di Vipralambha che fu manifestato dalla sua anima e vita, il Signore Gauranga, il quale prese ogni cosa da lui. Mahaprabhu stava soffrendo per la separazione da Krishna, e i suoi sentimenti di separazione erano così intensi che talvolta il Suo corpo si allungava, talvolta ritraeva le estremità come una tartaruga, e talvolta le Sue giunture si disarticolavano.
Dunque Mahaprabhu, Sri Krishna stesso, stava soffrendo a causa di una intensa separazione da Krishna, e si ravvivava nell'ascoltare argomenti riguardanti il Signore Krishna da Gadadhara Pandita. Quando una persona è affranta dal dolore, che cosa fa? Il dolore lo acceca, e non riesce a capire in che modo può trovare pace, per cui beve alcolici. Sri Gadadhara Pandita provvedeva una tale intossicazione per Mahaprabhu, rianimandoLo con gli argomenti intossicanti dello Srimad-Bhagavatam. Questo è il modo in cui servì il Signore del suo cuore.
E quale era il sentimento di separazione di Gadadhara Pandita? Vedeva il suo amato Signore di fronte a lui, soffrire così intensamente da diventare talvolta incosciente. Tutti gli otto sintomi della separazione si potevano osservare nel Suo corpo: perspirazione, tremiti, lacrime, stordimento, cambiamento del colore del corpo e così via, ma non c'era nulla che egli potesse fare. Compiangendo tutto ciò, un continuo torrente di lacrime scorreva dai suoi occhi.
Ogni volta che Gadadhara leggeva il Bhagavatam, impazziva talmente a causa del sentimento di separazione da Krishna che le sue lacrime lavavano via le lettere sulle pagine. La prova di questo è che quando Srinivasa Acharyya venne da lui per studiare lo Srimad-Bhagavatam, Gadadhara Pandita gli disse: "Mio caro figlio, quando stavo leggendo il Bhagavatam a Mahaprabhu, tutte le lettere del mio libro furono lavate via, per cui ora non posso leggere da questo libro. Per favore, trova un libro da qualche parte. Mahaprabhu mi ha dato istuzioni in un sogno, dicendomi che stavi arrivando. Ma hai bisogno di avere un libro. Io ho memorizzato ogni cosa, ma tu hai bisogno di avere un libro". Così Gadadhara Pandita adorò il Bhagavatam con le sue lacrime. Quali ingredienti sono necessari per l'adorazione? Le proprie lacrime sono i migliori ingredienti.
I piedi di loto di Gadadhara Pandita sono la nostra ultima destinazione. Le nostre adorabili Divinità sono Gaura-Gadadhara, e la dimostrazione suprema della loro Vipralambha fu vista a Nilacala-Dhama.
Nel Sri Chaitanya-charitamrta Krishna Dasa Kaviraj ha rivelato un significato così profondo degli sloka dello Srimad-Bhagavatam, ed ha estratto da essi una ricchezza interiore talmente grande che è al di là della nostra immaginazione. Quando Mahaprabhu vede il Signore Jagannath al Rathayatra prega così:

ahus ca te nalina-nabha padaravindam
yogesvarair hrdi vicintyam agadha-bodhaih
samsara-kupa-patitottaranavalambam
geham jusam api manasy udiyat sada nah

(Srimad-Bhagavatam, 10.82.49)

(Oh, Tu dall'ombelico di loto! I Tuoi piedi di loto, tenuti eternamente all'interno dei cuori dei grandi yogi dall'intelletto profondo come l'oggetto di meditazione, sono l'unico mezzo per liberare quelle anime cadute nel pozzo dell'esistenza materiale. Possano questi piedi di loto gentilmente apparire all'interno dei nostri cuori di ordinarie donne di casa").
Nel Chaitanya-charitamrta troviamo questi sloka:

anyera hrdaya—mana, mora mana-vrndavana,
'mane' 'vane' eka kari' jani
tahan tomara pada-dvaya, karaha yadi udaya,
tabe tomara purna krpa mani

(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.137)

"Parlando nello stato d'animo di Srimati Radharani, Chaitanya Mahaprabhu disse: 'Per la maggior parte delle persone la mente e il cuore sono uno, ma poiché la Mia mente non è mai separata da Vrindavana, considero la Mia mente e Vrindavana essere una cosa sola. La Mia mente è già Vrindavana, e dal momento che Tu ami Vrindavana, vuoi per favore posarvi i Tuoi piedi di loto? La considererei come la Tua piena misericordia'".

prana-natha, suna mora satya nivedana
vraja—amara sadana, tahan tomara sangama,
na paile na rahe jivana

(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.138)

("Mio caro Signore, gentilmente ascolta la Mia sincera rassegnazione. La Mia casa è Vrindavana, e desidero la Tua associazione lì. Ma se non la ottengo, sarà molto difficile per Me mantenere la Mia vita").

purve uddhava-dvare, ebe saksat amare
yoga-jnane kahila upaya
tumi—vidagdha, krpamaya, janaha amara hrdaya,
more aiche kahite na yuyaya

(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.139)

("Mio caro Krishna, precedentemente, quando stavi a Mathura, mandasti Uddhava ad insegnarmi la via della meditazione e della conoscenza. Ora Tu stesso stai dicendo la stessa cosa, ma la Mia mente non l'accetta. Non c'è posto nella Mia mente per queste cose superficiali. Tu sei colmo di qualità artistiche e benevolo, e conosci bene il Mio cuore. Non ti si addice parlarmi in questo modo").

nahe gopi yogesvara, pada-kamala tomara,
dhyana kari' paibe santosa
tomara vakya-paripati, tara madhye kutinati,
suni' gopira aro badhe rosa

(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.141)

("Le Gopi non sono come gli yogi mistici. Non saranno mai soddisfatte semplicemente meditando sui Tuoi piedi di loto ed imitando i cosiddetti yogi. Insegnare alle Gopi la cosiddetta meditazione è un altro tipo di doppiezza. Quando viene data loro l'istruzione di sottoporsi a pratiche di yoga mistico, non sono affatto soddisfatte. Al contrario, si arrabbiano ancora di più con Te"). Quale intenso sentimento di separazione avevano le Gopi! "Con chi credi di parlare?"

deha-smrti nahi yara, samsara-kupa kahan tara,
taha haite na cahe uddhara
(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 13.142)

Le Gopi stanno dicendo: "Le persone ti adorano per essere liberate dall'esistenza materiale, ma quello non è il nostro tipo di adorazione. Noi non vogliamo essere liberate. Non ci ricordiamo nemmeno dei nostri corpi. Che importa a noi dell'esistenza materiale? E tu vieni a dirci che saremo liberate dall'esistenza materiale!"
nhus ca te nalina-nabha padaravindam yogesvarair hrdi vicintyam agadha-bodhaih: "Queste pratiche sono solo per le persone che desiderano essere liberate. I tuoi piedi di loto sono il nostro unico obiettivo". Tahan tomara pada-dvaya, karaha yadi udaya, tabe tomara purna krpa mani.
A Nilacala-Dhama c'è stata la massima coltivazione di un così intenso sentimento di Vipralambha.

candidasa, vidyapati, rayera nataka-giti,
karnamrta, sri gita-govinda
svarupa-ramananda-sane, mahaprabhu ratri-dine,
gaya, sune—parama ananda

(Sri Chaitanya-charitamrta, Madhya-lila, 2.77)

(Anche Lui passò il Suo tempo leggendo libri e cantando le canzoni di Chandidas e Vidyapati, ed ascoltando le citazioni tratte dal Jagannath-vallabha-nataka, dal Krsna-karnamrta e dal Gita-govinda. In questo modo, in compagnia di Svarupa Damodara e Ramananda Raya, Sri Chaitanya Mahaprabhu passò i Suoi giorni e le Sue notti cantando e ascoltando con estasi suprema").
Dunque domani andrete in quel posto. Il Signore Jagannath vi ha attratto con la Sua misericordia. Sentiremo tutti che il nostro obiettivo è soddisfatto lì, e se riusciamo umilmente ad offrire noi stessi, allora diventeremo completi.

om purnam adah purnam idam
purnat purnam udacyate
purnasya purnam adaya
purnam evavasisyate

(Sri Isopanisad, Invocazione)

Noi possiamo essere molto piccoli, ma Lui è infinito. Se riusciamo a stabilire una relazione con l'infinito, proprio come quando sottraiamo zero da zero, rimane zero, similmente quando sottraiamo infinito da infinito, rimane infinito. Così possiamo diventare completi. Per cui, per favore, andate a Jagannath Puri con questa disposizione nel vostro cuore.
Ci sono felicità e miseria ovunque, a casa e fuori. So per certo che voi non vi preoccupate molto di queste cose. Tuttavia, talvolta tali sensazioni sorgono in noi perché abbiamo dei corpi materiali. Questo corpo è come un marmocchio viziato al quale non piace tollerare alcun inconveniente. Più comodità ottiene, più ne vuole. Ma la comodità è nostra nemica. Non c'è bisogno di tali comodità nella nostra vita.
Come elefanti, mangiammo così tante giungle, e la nostra fame non fu soddisfatta. Come maiali, mangiammo montagne di escrementi, e la nostra fame non fu soddisfatta. Vita dopo vita abbiamo cercato la comodità, ma non l'abbiamo trovata. Per cui dobbiamo separarci da tali comodità e cercare il Signore Krishna, l'Oceano del Piacere, la Personificazione di tutte le dolcezze. Possiamo avere Lui nella nostra visione iniziando noi stessi al bhakti-yoga. Questo soddisferà la nostra missione più elevata, e questo dovrebbe essere l'oggetto del nostro più grande desiderio.
Per favore andate dal Signore Jagannath con tale desiderio: che per la Sua misericordia Egli appaia alla nostra vista, e che ci dia la polvere del Suo Sacro Dhama, così che possiamo andare lì. Questo è il nostro solo desiderio e preghiera.

vancha-kalpatarubhyas ca krpa-sindhubhya eva ca
patitanam pavanebhyo vaisnavebhyo namo namah

 

traduzione in italiano e trascrizione
a cura di Krishna Kanta devi dasi

Sri Chaitanya Saraswat Math