| Passi 
        della Shrimad Bhagavad Ghita sulle qualità del devotoCommentati 
        da Sripad Bhakti Madhava Puri Swami Maharaj
        
          | 
           
 | Sripad 
              Bhakti Madhava Puri Swami Maharaj entrò a far parte del movimento 
              di Srila Prabhupada nel 1971, e fu iniziato da lui nel 1972. Dopo 
              poco tempo gli fu ordinato da Srila Prabhupada, di servire sotto 
              la leadership di Srila Bhakti Swarupa Damodar Maharaja, come scienziato 
              nel Bhaktivedanta Institute, per provare scientificamente che la 
              materia proviene dalla vita. Questa istruzione fu presa da Sripad 
              B.Madhava Puri Maharaj come missione della sua vita. Dopo aver incontrato 
              Srila B.R.Sridhar Maharaj, nel 1982 prese da lui l'iniziazione da 
              sannyasa, con lo scopo di intensificare ulteriormente il 
              proprio servizio. Srila Guru Maharaj soddisfece tutte le sue aspirazioni. 
              Così divenne membro della Sri Chaitanya Saraswat Math. Nel 
              corso del tempo ha continuato la sua collaborazione con Srila Bhakti 
              Swarupa Damodar Maharaja nel Bhaktivedanta Institute.Attualmente vive nel New Jersey (U.S.A.). Per chi volesse può 
              visitare ttp://www.mahaprabhu.net; 
              o prendere contatto con lui: 
              Mahanet@yahoogroups.com
 
   |    Qual'è 
        la natura di un devoto?  Le 
        ventisei qualità di un devotoGentile con tutti; Non è litigioso con nessuno; E' fisso sulla 
        Verità Assoluta (Coscienza di Krishna); E' equo verso tutti; E' 
        senza difetti; Caritatevole; Mite; Pulito; Semplice; Benevolo; Pacifico; 
        Pienamente attaccato a Sri Krishna; Non ha desideri materiali; Tenero; 
        Stabile; Controllato; Non mangia più del necessario; Sensibile; 
        Rispettoso; Umile; Profondo; Amichevole; Poetico; Esperto; Silenzioso;
 (E' 
        importante comprendere la natura di un puro devoto così che possiamo 
        cercare di prenderne esempio, dal momento che un devoto è il portatore 
        del livello di esistenza umana appropriata e di comportamento, Srila Bhaktivedanta 
        Prabhupad ha dato di un puro devoto molte descrizioni nella sua traduzione 
        e commentario della Bhagavad-Gita, e ne ho raccolto qui qualcuno 
        di quegli scritti. Uguali ad un bouquet di fiori scelti dal giardino della 
        letteratura trascendentale di Srila Prabhupada, offro ciò ai suoi 
        piedi di loto, per la mia purificazione e la soddisfazione dei devoti 
        come suo mahaprasada. - B.Madhava Puri) Passi 
        estratti dalla Bhagavad-Gita As it is, di Srila Bhaktivedanta Swami PrabhupadaMessaggio di servizio: (dall'introduzione). Ognuno deve sapere che un 
        entità vivente è un eterna servitrice, e a meno che uno 
        non serva Krishna ha da servire l'illusione nelle differenti varietà 
        dei tre modi della natura materiale, girovagando perpetuamente nel ciclo 
        di nascite e morti. Questo sapere realizza una grande scienza ed ogni 
        essere vivente deve ascoltarla per il suo proprio interesse.
 (2.8 spiegazione) Un maestro spirituale che è pienamente cosciente 
        di Krishna è un maestro spirituale autentico, perché può 
        risolvere tutti i problemi dell'esistenza. Sri Caitanya disse che il vero 
        maestro spirituale è colui che è maestro nella scienza di 
        Krishna, indipendentemente dalla sua posizione sociale. Nessuno è 
        un maestro spirituale autentico se non conosce perfettamente la scienza 
        di Krishna
 (2.41) Colui che compie il proprio dovere nella coscienza di Krishna è 
        liberato da tutti gli obblighi che implica la vita materiale (verso la 
        famiglia, lo stato e l'umanità). Tutte le nostre azioni, buone 
        o cattive, ci legano a sempre nuovi meccanismi materiali. Invece colui 
        che è cosciente di Krishna non deve più sforzarsi di rendere 
        favorevoli le sue azioni; tutte le sue attività sono sul piano 
        assoluto poiché non sono più sotto l'influsso della dualità 
        che le rende buone o cattive.
 (2.55) Quando un uomo si libera da ogni desiderio per la gratificazione 
        dei sensi generato dalla speculazione mentale, e con la mente purificata 
        trova soddisfazione soltanto nel sè, situandosi nella pura coscienza 
        trascendentale. Spiegazione. Il Bhagavatam afferma che una persona perfettamente 
        cosciente di Krishna, assorta nel servizio d'amore e di devozione al Signore, 
        possiede tutte le qualità dei grandi saggi, mentre chi non ha raggiunto 
        questo stadio di perfezione spirituale non ha alcuna qualità, perché 
        è costretto a rifugiarsi nella speculazione mentale. Questo verso 
        ci consiglia dunque di respingere tutti i desideri di piacere materiale 
        creati dalla mente. Allontanare di forza i desideri materiali è 
        impossibile, ma se c'impegniamo al servizio di Krishna questi desideri 
        svaniranno facilmente. Dobbiamo dunque impegnarci nella coscienza di Krishna 
        senza esitazione, poiché il servizio di devozione ha il potere 
        di elevare immediatamente la nostra coscienza al piano trascendentale. 
        La persona spiritualmente elevata è sempre soddisfatta in se stessa 
        perché è cosciente di essere l'eterno servitore del Signore 
        Supremo. Situata a questo livello trascendentale, non ha più desideri 
        degradanti che derivano da una concezione materialistica della vita, ma 
        è sempre felice di servire il Signore secondo la propria natura 
        eterna.
 (2.56) Chi non è più turbato dalle tre forme di sofferenza 
        e non è inebriato dalle gioie della vita, ed è libero dall'attaccamento, 
        dalla paura e dalla collera, è considerato un saggio dalla mente 
        ferma.
 Una persona cosciente di Krishna non è per niente afflitta dalle 
        tre forme di sofferenza; le accetta come una misericordia del Signore 
        pensando di meritare maggiori sofferenze a causa delle sue azioni passate, 
        e vede che per la grazia del Signore le sue sofferenze sono ora ridotte 
        al minimo. Nei momenti di gioia riconosce la stessa misericordia, considerandosi 
        indegna di essere felice; capisce che solo per la grazia del Signore si 
        trova nelle condizioni favorevoli per servire meglio il Signore. Nel servire 
        Krishna questa persona è sempre coraggiosa e attiva, senza attaccamento 
        ne avversione. Attaccamento significa usare le cose per la propria gratificazione 
        dei sensi, e distacco è l'essenza di ogni interesse per i piaceri 
        dei sensi. Ma chi è fisso nella coscienza di Krishna non conosce 
        ne attaccamento ne distacco perché la sua vita è dedicata 
        al servizio del Signore. In questo modo non si lascia mai prendere dalla 
        collera, neanche di fronte all'insuccesso. Chi è cosciente di Krishna 
        possiede sempre una ferma determinazione.
 (2: 57) La persona che in questo mondo materiale resta impassibile di 
        fronte a qualsiasi forma di bene e male che le si presenti, non apprezzando 
        la prima e non disprezzando la seconda, è fermamente situata nella 
        perfetta conoscenza.
 Chi è cosciente di Krishna non è soggetto alle dualità 
        perchè assorto in Krishna, il bene assoluto ed infinito. La persona 
        cosciente di Krishna è in una condizione perfettamente trascendentale, 
        chiamata tecnicamente samadhi.
 (2: 70) Come l'oceano resta immutato nonostante le acque che vi si gettano, 
        così soltanto l'uomo che non è turbato dal fluire incessante 
        dei desideri che entrano in lui come fiumi, può ottenere la pace, 
        non l'uomo che lotta per appagarli.
 (2:71) Soltanto colui che non è più attratto dalla gratificazione 
        dei sensi, che vive libero dai desideri, che ha lasciato ogni senso di 
        possesso e si è spogliato del falso ego, può raggiungere 
        la vera pace.
 (2:72 spiegazione) Non esiste alcuna differenza tra il regno di Dio e 
        il servizio di devozione offerto a Krishna. Poiché sono entrambi 
        assoluti, impegnarsi nel trascendentale servizio d'amore al Signore significa 
        raggiungere il regno spirituale. Le attività del mondo materiale 
        mirano al piacere dei sensi, mentre nel mondo spirituale sono tutte coscienti 
        di Krishna. Appena si diventa coscienti di Krishna si raggiunge il Brahman 
        anche in questa vita stessa. Senza dubbio colui che ha sviluppato la coscienza 
        di Krishna si trova già nel regno di Dio.
 (3:19) Si deve dunque agire per dovere, senza attaccamento ai frutti dell'azione, 
        perchè agendo senza attaccamento si raggiunge il Supremo.
 (3:26 spiegazione) Perciò colui che è realizzato nella coscienza 
        di Krishna non deve distogliere gli altri dalle loro attività o 
        turbare la loro coscienza, ma deve agire in modo da poter insegnare che 
        il risultato di ogni azione può essere offerto a Krishna.
 (3:35 spiegazione) Un brahmana, che è sotto l'influenza della virtù, 
        è non violento, mentre lo ksatrya, che è sotto l'influsso 
        della passione, può essere violento quando è necessario. 
        E' meglio per uno ksatrya subire un insuccesso applicando la violenza, 
        piuttosto che imitare il brahmana che segue il principio della nonviolenza. 
        Ciascuno deve purificare il proprio cuore, ma progressivamente, non bruscamente. 
        Tuttavia, colui che trascende le influenze della natura materiale ed è 
        pienamente cosciente di Krishna può compiere qualsiasi dovere sotto 
        la direzione di un maestro spirituale autentico.
 (4:8 spiegazione) Una persona che è completamente impegnata nella 
        coscienza di Krishna è considerata un sadhu , anche se non possiede 
        una grande cultura o erudizione.
 (4:22) Chi è soddisfatto di ciò che giunge spontaneamente, 
        chi è libero dalla dualità e dall'invidia, ed è equanime 
        nel successo e nel fallimento, benché agisca non rimane mai legato 
        dalle sue attività.
 (spiegazione)
 L'uomo cosciente di Krishna non spreca le sue energie in sforzi superflui 
        per le necessità del corpo. E' soddisfatto di ciò che riceve 
        naturalmente. Non va a mendicare e non chiede prestiti, ma svolge un lavoro 
        onesto secondo le sue capacità, e ciò che ottiene dal suo 
        lavoro lo soddisfa pienamente. Non dipende dunque dagli altri per il proprio 
        mantenimento. Praticando la coscienza di Krishna, non lascia mai che il 
        suo servizio sia ostacolato, ma è pronto a fare qualunque cosa 
        e in qualunque condizione per servire Krishna, senza mai turbarsi dalle 
        dualità di questo mondo materiale. L'uomo cosciente di Krishna 
        supera queste dualità (caldo e freddo, gioia e dolore) perché 
        non esita davanti a nessuna impresa per soddisfare il Signore, e rimane 
        risoluto sia nel successo sia nel fallimento. Queste sono alcune caratteristiche 
        dell'uomo fermamente situato nella conoscenza trascendentale.
 (4:24 spiegazione) L'Assoluto quando è avvolto dal velo di maya, 
        prende il nome di "materia". La materia, però, ritrova 
        la sua qualità spirituale quando viene nuovamente messa al servizio 
        della Verità Assoluta. La coscienza di Krishna è il metodo 
        per convertire in spirituale la nostra coscienza attuale, che è 
        vittima dell'illusione. Quando la mente è pienamente assorta nella 
        coscienza di Krishna si raggiunge il samadhi (l'estasi). Ogni azione compiuta 
        in questa coscienza trascendentale è uno yajna, un sacrificio offerto 
        all'Assoluto.
 (4: 35 spiegazione) L'illusione di essere separati da Krishna si chiama 
        maya
 (5:7) L'uomo che agisce in devozione, l'anima pura, maestro dei sensi 
        e della mente, è caro a tutti e tutti sono cari a lui. Sebbene 
        sia sempre attivo, non è mai condizionato.
 (spiegazione) Chi intraprende la via liberatrice della coscienza di Krishna 
        è molto caro a tutti gli esseri, e tutti gli esseri gli sono cari. 
        Siccome ognuno è soddisfatto della sua occupazione, egli ha una 
        coscienza pura, la sua mente è completamente controllata. Siccome 
        la sua mente è controllata anche i suoi sensi lo sono. Con la mente 
        sempre assorta in Krishna, questa persona non rischia di allontanarsi 
        da Lui. Non c'è neppure il rischio che impegni i suoi sensi in 
        qualcosa che non sia il servizio al Signore. Non le piace ascoltare ciò 
        che non riguarda Krishna, non le piace mangiare cibo non offerto a Krishna. 
        Si può dire dunque che i suoi sensi sono controllati, e chiunque 
        abbia i sensi controllati non è più causa di disturbo per 
        nessuno.
 (5:9 spiegazione) Una Persona cosciente di Krishna non è mai condizionata 
        dalle azioni dei sensi. Non compie nessun atto fuori del servizio al Signore 
        perché sa di essere l'eterno servitore del Signore.
 (5:25 spiegazione) Soltanto una persona pienamente cosciente di Krishna, 
        che agisce sapendo che Krishna è la sorgente di ogni cosa, può 
        agire per il bene di tutti gli esseri. Le sofferenze dell'uomo sono dovute 
        all'oblio che Krishna è il beneficiario supremo, il proprietario 
        supremo e l'amico supremo. Perciò il più grande beneficio 
        che si possa portare all'umanità e quello di risvegliare in ogni 
        essere la coscienza di Krishna.
 (5:26) Coloro che sono liberi dalla collera e dai desideri materiali, 
        che sono spiritualmente realizzati, che hanno il controllo di sè 
        e si sforzano costantemente di raggiungere la perfezione, sono sicuri 
        di ottenere la liberazione nel Supremo in un futuro molto prossimo.
 (12:13-14) Colui che non è invidioso di nessuno ma si comporta 
        con tutti come un amico benevolo, non si considera il proprietario di 
        niente ed è libero dal falso ego, è equanime nella gioia 
        e nel dolore, tollerante, sempre soddisfatto, padrone di se e determinato 
        a compiere il servizio devozionale, con mente e intelligenza fisse in 
        Me, questo devoto Mi è molto caro.
 (spiegazione) Il puro devoto non è mai turbato, in nessuna circostanza, 
        non è invidioso di nessuno e non diventa nemico del suo nemico; 
        pensa che l'inimicizia nei suoi confronti derive dalle sue cattive azioni 
        passate, così preferisce soffrire piuttosto che protestare. Lo 
        Srimad-Bhagavatam (10.14.8) afferma: tat te 'nukampam susam iksamano bhunjana 
        evatma-krtam vipakam. Nel dolore o nella difficoltà il devoto si 
        sente sempre benedetto dalla misericordia del Signore. Egli pensa: "I 
        miei peccati sono tali, che dovrei soffrire mille volte di più. 
        Se non ricevo tutto il castigo che mi spetta, è per la misericordia 
        del Signore Supremo. Per la Sua grazia ne subisco solo una minima parte." 
        Così il devoto è sempre calmo, sereno e paziente anche nelle 
        circostanze più difficili. E' sempre gentile con tutti, anche col 
        suo nemico. Il termine nirmama indica che il devoto non attribuisce grande 
        importanza alle pene e alle difficoltà che riguardano il corpo, 
        perché sa perfettamente di essere distinto dal corpo di materia. 
        Non s'identifica col corpo, perciò rimane libero dal falso ego, 
        sereno nella gioia e nel dolore. E' tollerante ed è soddisfatto 
        di ciò che gli giunge per grazia di Dio. Poiché non fa grandi 
        sforzi per ottenere dei beni, è sempre gioioso e tranquillo. E' 
        il più perfetto degli spiritualisti perché segue rigidamente 
        le istruzioni del maestro spirituale; e poiché domina i sensi, 
        la sua determinazione è incrollabile. Nessun argomento ingannevole 
        lo scuote, nessuno può indebolire la sua perfetta volontà 
        di servire il Signore con devozione. Una tale elevazione nel servizio 
        devozionale è senza dubbio molto rara, ma ogni spiritualista può 
        raggiungerla se segue i principi regolatori del servizio devozionale. 
        Inoltre, il Signore dichiara che tale devoto gli è molto caro, 
        perché il Signore è sempre soddisfatto delle sue azioni, 
        che sono compiute in piena coscienza di Krishna.
 (12:15) Colui che non è mai causa di difficoltà per altri 
        e dagli altri non è mai turbato, che è equanime nella gioia 
        e nel dolore, nella paura e nell'ansia, Mi è molto caro.
 (Spiegazione) Un devoto è gentile con tutti, non è causa 
        di difficoltà, paura, angoscia o insoddisfazione per nessuno. Anche 
        se gli altri cercano di agitarlo, egli non è mai turbato perché, 
        per la grazia del Signore, ha imparato a resistere agli assalti del mondo 
        esterno.. La coscienza di Krishna e il servizio devozionale lo assorbono 
        a tal punto che nessuna circostanza lo attrae. In generale, il materialista 
        esulta quando ottiene qualcosa per il piacere dei sensi, o si riempie 
        di tristezza e d'invidia quando vede un altro godere di un oggetto di 
        piacere che non può raggiungere; vive nella paura quando si aspetta 
        di subire la vendetta di un nemico, e si deprime quando non può 
        portare a termine un'impresa con successo. Il devoto, invece, trascende 
        tutte queste cause di agitazione, perciò è molto caro a 
        Krishna.
 (12:16) Il Mio devoto che non dipende dal corso ordinario degli eventi, 
        che è puro, esperto, libero dalle preoccupazioni e dalla sofferenza, 
        che non aspira al frutto delle sue azioni, Mi è molto caro.
 (spiegazione) Il devoto può accettare il denaro che gli viene offerto, 
        ma non deve lottare per averlo. E quando, per la grazia del Signore, riceve 
        qualche ricchezza, non ne è agitato. E' libero da ogni preoccupazione 
        perché non prende parte ad alcun conflitto.
 (12:17 spiegazione) Un puro devoto non si rallegra per il guadagno materiale 
        e non si rattrista per la perdita. Non è molto ansioso di avere 
        un figlio o un discepolo, non è afflitto se non ha l'uno o l'altro. 
        Non si lamenta per la perdita di ciò che gli è caro o perché 
        non ottiene ciò che desidera. Non è toccato dagli atti favorevoli, 
        sfavorevoli o anche colpevoli. Per soddisfare il Signore Supremo è 
        pronto a correre ogni tipo di rischio, e niente può ostacolare 
        il suo servizio di devozione.
 (12:18) Colui che è imparziale con gli amici e i nemici, equilibrato 
        nell'onore e nel disonore, nel caldo e nel freddo, nella gioia e nel dolore, 
        nella fama e nell'infamia, sempre libero da ogni cattiva compagnia, sempre 
        silenzioso e soddisfatto di tutto, incurante della dimora, fisso nella 
        conoscenza e impegnato nel Mio servizio devozionale, Mi è molto 
        caro.
 (12:19 spiegazione) A volte una persona è lodato talvolta è 
        diffamato, perchè questa è la natura stessa della società 
        umana; ma il devoto è sempre al di là delle condizioni artificiali 
        come la buona reputazione e la diffamazione, la felicità e la sofferenza. 
        Egli è molto paziente. Non ha altri oggetti di conversazione se 
        non Krishna, perciò è detto silenzioso.; infatti, essere 
        silenziosi non significa tacere, ma astenersi dal dire sciocchezze.. Si 
        deve parlare solo di cose importanti e per il devoto i discorsi più 
        importanti sono quelli che riguardano il Signore Supremo. Il devoto è 
        felice qualunque cosa gli accada; i suoi cibi siano saporiti o no, egli 
        rimane sempre soddisfatto. Non è molto interessato alle comodità 
        di una casa: vivere in un palazzo non lo attira più che vivere 
        sotto un albero. Egli è fermamente situato sul piano devozionale 
        perché la sua determinazione e la sua conoscenza sono irremovibili. 
        Bisogna acquisire tutte queste virtù per diventare puri devoti. 
        Chi non è devoto del Signore non possiede a dire il vero, nessuna 
        qualità. Il devoto non deve fare sforzi esterni alla coscienza 
        di Krishna per sviluppare queste qualità, perché il servizio 
        di devozione lo aiuta ad acquisirle.
 (12:20 spiegazione) La concezione impersonale della Verità Assoluta 
        e Suprema, che si trova anch'essa descritta in questo capitolo, vale fino 
        al momento in cui non ci si dedica alla realizzazione spirituale completa; 
        in altre parole, è benefica solo finchè non si ha l'occasione 
        d'incontrare un puro devoto del Signore. Colui che segue la via impersonale 
        agisce senza aspirare ai frutti dei suoi atti, medita e coltiva la conoscenza 
        al fine di distinguere ciò che è spirituale da ciò 
        che è materiale
 (13:31) Chiunque riesca a vedere che il corpo, creato dalla natura materiale, 
        compiere ogni azione, mentre il sè non agisce mai, vede veramente.
 (14:22-25) Chi non prova avversione per l'illuminazione, l'attaccamento 
        e l'illusione ne prova desiderio per queste cose in loro assenza;chi non 
        vacilla ne si lascia turbare da tutte queste reazioni causate dalle influenze 
        materiali, ma resta neutrale e trascendentale sapendo che sono soltanto 
        queste influenze ad agire; chi si situa nel sé e guarda con equanimità 
        il piacere e la sofferenza; chi considera dello stesso valore la zolla 
        di terra, la pietra e l'oro, chi è equanime verso ciò che 
        è desiderabile e ciò che non lo è, chi è stabile, 
        equilibrato di fronte all'elogio e al rimprovero, di fronte all'onore 
        e al disonore, chi tratta con imparzialità l'amico e il nemico, 
        e ha rinunciato a ogni attività materiale -questa persona si può 
        affermare che ha trasceso le influenze della natura materiale.
 (spiegazione) Krishna spiega innanzitutto che colui che ha trasceso le 
        influenze materiali non invidia nessuno e non desidera niente. Se l'essere 
        vivente rimane nel mondo materiale, prigioniero del corpo significa che 
        è sotto il controllo di una delle tre influenze della natura materiale, 
        ma quando si libera completamente dal corpo materiale, significa che è 
        fuori dalle prese di queste influenze. Perciò, finchè è 
        ancora nel corpo, l'essere vivente dovrebbe rimanere neutrale, senza prendere 
        in considerazione le circostanze materiali in cui si trova. Dovrebbe impegnarsi 
        nel servizio di devozione al Signore e liberarsi così dalla sua 
        identificazione col corpo. Se una persona ha la coscienza assorta nel 
        corpo materiale, le sue azioni saranno tutte dirette alla gratificazione 
        dei sensi, ma appena porterà la sua coscienza su Krishna questa 
        ricerca di piaceri materiali finirà automaticamente. L'essere non 
        ha alcun bisogno di soddisfare un corpo materiale, perciò non ha 
        neppure bisogno di soddisfare le richieste del corpo. Le influenze materiali 
        continueranno ad agire sul corpo, ma l'anima che è spirituale, 
        non deve esserne turbata. Come arrivare a questo livello? Eliminando ogni 
        desiderio di godere del corpo, ed eliminando anche il desiderio di liberarsi 
        dal corpo. Il devoto del Signore, situato a questo livello trascendentale, 
        è libero dalle influenze materiali senza aver bisogno di fare particolari 
        sforzi.
 Al contrario del materialista, tale spiritualista non è mai turbato 
        dagli onori e dagli insulti ingannevoli rivolti al suo corpo. Compie i 
        suoi doveri nella coscienza di Krishna senza preoccuparsi di essere disonorato. 
        Accetta ciò che è utile al compimento del suo dovere nella 
        coscienza di Krishna, ma non ha alcun desiderio materiale e prova la stessa 
        indifferenza verso il sasso e verso l'oro. Considera come un caro amico 
        chiunque lo aiuti nel suo servizio di devozione, ma non odia i suoi cosiddetti 
        nemici. E' imparziale con tutti e vede ogni cosa uguale, perché 
        sa di essere completamente estraneo all'esistenza materiale. Le notizie 
        sociali e politiche non lo toccano, perchè conosce il carattere 
        effimero di questi disordini e agitazioni. Può fare qualunque cosa 
        per la soddisfazione di Krishna, ma non fa mai niente per il proprio piacere. 
        Con questo comportamento si pone su un livello completamente trascendentale.
 (14:26 spiegazione) Questo mondo è mosso dall'influenza della natura 
        materiale, ma non ci si deve lasciare turbare dai loro movimenti; invece 
        di lasciare che la nostra coscienza sia assorbita dai movimenti di queste 
        influenze, è meglio trasferirla sulle attività compiute 
        per la soddisfazione di Krishna. Bhakti-yoga significa agire sempre per 
        il piacere di Krishna. Questo non include soltanto Krishna , ma anche 
        le Sue differenti espansioni plenarie.
 Diventare coscienti di Krishna, cioè impegnarsi nel servizio di 
        devozione, significa raggiungere lo stesso livello di Krishna. Il Signore 
        descrive la Sua natura come eterna, tutta di conoscenza e felicità.
 Come la pepita fa parte della miniera d'oro e possiede tutte le caratteristiche 
        della miniera, l'essere vivente è parte integrante del Signore 
        Supremo e la Sua natura spirituale è qualitativamente uguale a 
        quella di Krishna. Tuttavia l'essere rimane distinto dal Signore altrimenti 
        non ci sarebbe questione di bhakti-yoga. Infatti bhakti-yoga implica la 
        presenza del Signore e quella del Suo devoto, e infine del loro scambio 
        d'amore. Dio, la Persona Suprema, e l'essere individuale sono due identità 
        distinte; altrimenti che senso avrebbe il bhakti-yoga? D'altra parte, 
        non si può servire il Signore Supremo se non si è situati 
        al Suo stesso livello assoluto. Per diventare servitori del re è 
        necessario acquisire le qualità richieste. In questo caso diventa 
        Brahman, cioè libero da ogni contaminazione materiale.
 (14:27 spiegazione) Il servizio di devozione al Signore è molto 
        semplice: servire costantemente il Signore, mangiare i resti del cibo 
        offerto al Signore, sentire il profumo dei fiori offerti ai piedi di loto 
        del Signore, visitare i luoghi santi dove si svolsero i divertimenti trascendentali 
        del Signore, leggere le scritture che narrano le attività del Signore 
        e i Suoi scambi d'amore con i Suoi devoti, cantare sempre i santi nomi 
        del Signore facendo vibrare i suoni trascendentali del maha-mantra: Hare 
        Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, 
        Rama Rama Hare Hare, osservare i giorni che commemorano l'apparizione 
        e la scomparsa in questo mondo, del Signore e dei Suoi devoti. Compiendo 
        queste attività, il devoto si distacca completamente da ogni attività 
        materiale
 Sri 
        Chaitanya Saraswat Math |