Passi della Shrimad Bhagavad Ghita sulle qualità del devoto

Commentati da Sripad Bhakti Madhava Puri Swami Maharaj

 

 

 

 

 


Sripad Bhakti Madhava Puri Swami Maharaj entrò a far parte del movimento di Srila Prabhupada nel 1971, e fu iniziato da lui nel 1972. Dopo poco tempo gli fu ordinato da Srila Prabhupada, di servire sotto la leadership di Srila Bhakti Swarupa Damodar Maharaja, come scienziato nel Bhaktivedanta Institute, per provare scientificamente che la materia proviene dalla vita. Questa istruzione fu presa da Sripad B.Madhava Puri Maharaj come missione della sua vita. Dopo aver incontrato Srila B.R.Sridhar Maharaj, nel 1982 prese da lui l'iniziazione da sannyasa, con lo scopo di intensificare ulteriormente il proprio servizio. Srila Guru Maharaj soddisfece tutte le sue aspirazioni. Così divenne membro della Sri Chaitanya Saraswat Math. Nel corso del tempo ha continuato la sua collaborazione con Srila Bhakti Swarupa Damodar Maharaja nel Bhaktivedanta Institute.
Attualmente vive nel New Jersey (U.S.A.). Per chi volesse può visitare ttp://www.mahaprabhu.net; o prendere contatto con lui: Mahanet@yahoogroups.com

 

 

Qual'è la natura di un devoto?

Le ventisei qualità di un devoto
Gentile con tutti; Non è litigioso con nessuno; E' fisso sulla Verità Assoluta (Coscienza di Krishna); E' equo verso tutti; E' senza difetti; Caritatevole; Mite; Pulito; Semplice; Benevolo; Pacifico; Pienamente attaccato a Sri Krishna; Non ha desideri materiali; Tenero; Stabile; Controllato; Non mangia più del necessario; Sensibile; Rispettoso; Umile; Profondo; Amichevole; Poetico; Esperto; Silenzioso;

(E' importante comprendere la natura di un puro devoto così che possiamo cercare di prenderne esempio, dal momento che un devoto è il portatore del livello di esistenza umana appropriata e di comportamento, Srila Bhaktivedanta Prabhupad ha dato di un puro devoto molte descrizioni nella sua traduzione e commentario della Bhagavad-Gita, e ne ho raccolto qui qualcuno di quegli scritti. Uguali ad un bouquet di fiori scelti dal giardino della letteratura trascendentale di Srila Prabhupada, offro ciò ai suoi piedi di loto, per la mia purificazione e la soddisfazione dei devoti come suo mahaprasada. - B.Madhava Puri)

Passi estratti dalla Bhagavad-Gita As it is, di Srila Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Messaggio di servizio: (dall'introduzione). Ognuno deve sapere che un entità vivente è un eterna servitrice, e a meno che uno non serva Krishna ha da servire l'illusione nelle differenti varietà dei tre modi della natura materiale, girovagando perpetuamente nel ciclo di nascite e morti. Questo sapere realizza una grande scienza ed ogni essere vivente deve ascoltarla per il suo proprio interesse.
(2.8 spiegazione) Un maestro spirituale che è pienamente cosciente di Krishna è un maestro spirituale autentico, perché può risolvere tutti i problemi dell'esistenza. Sri Caitanya disse che il vero maestro spirituale è colui che è maestro nella scienza di Krishna, indipendentemente dalla sua posizione sociale. Nessuno è un maestro spirituale autentico se non conosce perfettamente la scienza di Krishna
(2.41) Colui che compie il proprio dovere nella coscienza di Krishna è liberato da tutti gli obblighi che implica la vita materiale (verso la famiglia, lo stato e l'umanità). Tutte le nostre azioni, buone o cattive, ci legano a sempre nuovi meccanismi materiali. Invece colui che è cosciente di Krishna non deve più sforzarsi di rendere favorevoli le sue azioni; tutte le sue attività sono sul piano assoluto poiché non sono più sotto l'influsso della dualità che le rende buone o cattive.
(2.55) Quando un uomo si libera da ogni desiderio per la gratificazione dei sensi generato dalla speculazione mentale, e con la mente purificata trova soddisfazione soltanto nel sè, situandosi nella pura coscienza trascendentale. Spiegazione. Il Bhagavatam afferma che una persona perfettamente cosciente di Krishna, assorta nel servizio d'amore e di devozione al Signore, possiede tutte le qualità dei grandi saggi, mentre chi non ha raggiunto questo stadio di perfezione spirituale non ha alcuna qualità, perché è costretto a rifugiarsi nella speculazione mentale. Questo verso ci consiglia dunque di respingere tutti i desideri di piacere materiale creati dalla mente. Allontanare di forza i desideri materiali è impossibile, ma se c'impegniamo al servizio di Krishna questi desideri svaniranno facilmente. Dobbiamo dunque impegnarci nella coscienza di Krishna senza esitazione, poiché il servizio di devozione ha il potere di elevare immediatamente la nostra coscienza al piano trascendentale. La persona spiritualmente elevata è sempre soddisfatta in se stessa perché è cosciente di essere l'eterno servitore del Signore Supremo. Situata a questo livello trascendentale, non ha più desideri degradanti che derivano da una concezione materialistica della vita, ma è sempre felice di servire il Signore secondo la propria natura eterna.
(2.56) Chi non è più turbato dalle tre forme di sofferenza e non è inebriato dalle gioie della vita, ed è libero dall'attaccamento, dalla paura e dalla collera, è considerato un saggio dalla mente ferma.
Una persona cosciente di Krishna non è per niente afflitta dalle tre forme di sofferenza; le accetta come una misericordia del Signore pensando di meritare maggiori sofferenze a causa delle sue azioni passate, e vede che per la grazia del Signore le sue sofferenze sono ora ridotte al minimo. Nei momenti di gioia riconosce la stessa misericordia, considerandosi indegna di essere felice; capisce che solo per la grazia del Signore si trova nelle condizioni favorevoli per servire meglio il Signore. Nel servire Krishna questa persona è sempre coraggiosa e attiva, senza attaccamento ne avversione. Attaccamento significa usare le cose per la propria gratificazione dei sensi, e distacco è l'essenza di ogni interesse per i piaceri dei sensi. Ma chi è fisso nella coscienza di Krishna non conosce ne attaccamento ne distacco perché la sua vita è dedicata al servizio del Signore. In questo modo non si lascia mai prendere dalla collera, neanche di fronte all'insuccesso. Chi è cosciente di Krishna possiede sempre una ferma determinazione.
(2: 57) La persona che in questo mondo materiale resta impassibile di fronte a qualsiasi forma di bene e male che le si presenti, non apprezzando la prima e non disprezzando la seconda, è fermamente situata nella perfetta conoscenza.
Chi è cosciente di Krishna non è soggetto alle dualità perchè assorto in Krishna, il bene assoluto ed infinito. La persona cosciente di Krishna è in una condizione perfettamente trascendentale, chiamata tecnicamente samadhi.
(2: 70) Come l'oceano resta immutato nonostante le acque che vi si gettano, così soltanto l'uomo che non è turbato dal fluire incessante dei desideri che entrano in lui come fiumi, può ottenere la pace, non l'uomo che lotta per appagarli.
(2:71) Soltanto colui che non è più attratto dalla gratificazione dei sensi, che vive libero dai desideri, che ha lasciato ogni senso di possesso e si è spogliato del falso ego, può raggiungere la vera pace.
(2:72 spiegazione) Non esiste alcuna differenza tra il regno di Dio e il servizio di devozione offerto a Krishna. Poiché sono entrambi assoluti, impegnarsi nel trascendentale servizio d'amore al Signore significa raggiungere il regno spirituale. Le attività del mondo materiale mirano al piacere dei sensi, mentre nel mondo spirituale sono tutte coscienti di Krishna. Appena si diventa coscienti di Krishna si raggiunge il Brahman anche in questa vita stessa. Senza dubbio colui che ha sviluppato la coscienza di Krishna si trova già nel regno di Dio.
(3:19) Si deve dunque agire per dovere, senza attaccamento ai frutti dell'azione, perchè agendo senza attaccamento si raggiunge il Supremo.
(3:26 spiegazione) Perciò colui che è realizzato nella coscienza di Krishna non deve distogliere gli altri dalle loro attività o turbare la loro coscienza, ma deve agire in modo da poter insegnare che il risultato di ogni azione può essere offerto a Krishna.
(3:35 spiegazione) Un brahmana, che è sotto l'influenza della virtù, è non violento, mentre lo ksatrya, che è sotto l'influsso della passione, può essere violento quando è necessario. E' meglio per uno ksatrya subire un insuccesso applicando la violenza, piuttosto che imitare il brahmana che segue il principio della nonviolenza. Ciascuno deve purificare il proprio cuore, ma progressivamente, non bruscamente. Tuttavia, colui che trascende le influenze della natura materiale ed è pienamente cosciente di Krishna può compiere qualsiasi dovere sotto la direzione di un maestro spirituale autentico.
(4:8 spiegazione) Una persona che è completamente impegnata nella coscienza di Krishna è considerata un sadhu , anche se non possiede una grande cultura o erudizione.
(4:22) Chi è soddisfatto di ciò che giunge spontaneamente, chi è libero dalla dualità e dall'invidia, ed è equanime nel successo e nel fallimento, benché agisca non rimane mai legato dalle sue attività.
(spiegazione)
L'uomo cosciente di Krishna non spreca le sue energie in sforzi superflui per le necessità del corpo. E' soddisfatto di ciò che riceve naturalmente. Non va a mendicare e non chiede prestiti, ma svolge un lavoro onesto secondo le sue capacità, e ciò che ottiene dal suo lavoro lo soddisfa pienamente. Non dipende dunque dagli altri per il proprio mantenimento. Praticando la coscienza di Krishna, non lascia mai che il suo servizio sia ostacolato, ma è pronto a fare qualunque cosa e in qualunque condizione per servire Krishna, senza mai turbarsi dalle dualità di questo mondo materiale. L'uomo cosciente di Krishna supera queste dualità (caldo e freddo, gioia e dolore) perché non esita davanti a nessuna impresa per soddisfare il Signore, e rimane risoluto sia nel successo sia nel fallimento. Queste sono alcune caratteristiche dell'uomo fermamente situato nella conoscenza trascendentale.
(4:24 spiegazione) L'Assoluto quando è avvolto dal velo di maya, prende il nome di "materia". La materia, però, ritrova la sua qualità spirituale quando viene nuovamente messa al servizio della Verità Assoluta. La coscienza di Krishna è il metodo per convertire in spirituale la nostra coscienza attuale, che è vittima dell'illusione. Quando la mente è pienamente assorta nella coscienza di Krishna si raggiunge il samadhi (l'estasi). Ogni azione compiuta in questa coscienza trascendentale è uno yajna, un sacrificio offerto all'Assoluto.
(4: 35 spiegazione) L'illusione di essere separati da Krishna si chiama maya
(5:7) L'uomo che agisce in devozione, l'anima pura, maestro dei sensi e della mente, è caro a tutti e tutti sono cari a lui. Sebbene sia sempre attivo, non è mai condizionato.
(spiegazione) Chi intraprende la via liberatrice della coscienza di Krishna è molto caro a tutti gli esseri, e tutti gli esseri gli sono cari. Siccome ognuno è soddisfatto della sua occupazione, egli ha una coscienza pura, la sua mente è completamente controllata. Siccome la sua mente è controllata anche i suoi sensi lo sono. Con la mente sempre assorta in Krishna, questa persona non rischia di allontanarsi da Lui. Non c'è neppure il rischio che impegni i suoi sensi in qualcosa che non sia il servizio al Signore. Non le piace ascoltare ciò che non riguarda Krishna, non le piace mangiare cibo non offerto a Krishna. Si può dire dunque che i suoi sensi sono controllati, e chiunque abbia i sensi controllati non è più causa di disturbo per nessuno.
(5:9 spiegazione) Una Persona cosciente di Krishna non è mai condizionata dalle azioni dei sensi. Non compie nessun atto fuori del servizio al Signore perché sa di essere l'eterno servitore del Signore.
(5:25 spiegazione) Soltanto una persona pienamente cosciente di Krishna, che agisce sapendo che Krishna è la sorgente di ogni cosa, può agire per il bene di tutti gli esseri. Le sofferenze dell'uomo sono dovute all'oblio che Krishna è il beneficiario supremo, il proprietario supremo e l'amico supremo. Perciò il più grande beneficio che si possa portare all'umanità e quello di risvegliare in ogni essere la coscienza di Krishna.
(5:26) Coloro che sono liberi dalla collera e dai desideri materiali, che sono spiritualmente realizzati, che hanno il controllo di sè e si sforzano costantemente di raggiungere la perfezione, sono sicuri di ottenere la liberazione nel Supremo in un futuro molto prossimo.
(12:13-14) Colui che non è invidioso di nessuno ma si comporta con tutti come un amico benevolo, non si considera il proprietario di niente ed è libero dal falso ego, è equanime nella gioia e nel dolore, tollerante, sempre soddisfatto, padrone di se e determinato a compiere il servizio devozionale, con mente e intelligenza fisse in Me, questo devoto Mi è molto caro.
(spiegazione) Il puro devoto non è mai turbato, in nessuna circostanza, non è invidioso di nessuno e non diventa nemico del suo nemico; pensa che l'inimicizia nei suoi confronti derive dalle sue cattive azioni passate, così preferisce soffrire piuttosto che protestare. Lo Srimad-Bhagavatam (10.14.8) afferma: tat te 'nukampam susam iksamano bhunjana evatma-krtam vipakam. Nel dolore o nella difficoltà il devoto si sente sempre benedetto dalla misericordia del Signore. Egli pensa: "I miei peccati sono tali, che dovrei soffrire mille volte di più. Se non ricevo tutto il castigo che mi spetta, è per la misericordia del Signore Supremo. Per la Sua grazia ne subisco solo una minima parte." Così il devoto è sempre calmo, sereno e paziente anche nelle circostanze più difficili. E' sempre gentile con tutti, anche col suo nemico. Il termine nirmama indica che il devoto non attribuisce grande importanza alle pene e alle difficoltà che riguardano il corpo, perché sa perfettamente di essere distinto dal corpo di materia. Non s'identifica col corpo, perciò rimane libero dal falso ego, sereno nella gioia e nel dolore. E' tollerante ed è soddisfatto di ciò che gli giunge per grazia di Dio. Poiché non fa grandi sforzi per ottenere dei beni, è sempre gioioso e tranquillo. E' il più perfetto degli spiritualisti perché segue rigidamente le istruzioni del maestro spirituale; e poiché domina i sensi, la sua determinazione è incrollabile. Nessun argomento ingannevole lo scuote, nessuno può indebolire la sua perfetta volontà di servire il Signore con devozione. Una tale elevazione nel servizio devozionale è senza dubbio molto rara, ma ogni spiritualista può raggiungerla se segue i principi regolatori del servizio devozionale. Inoltre, il Signore dichiara che tale devoto gli è molto caro, perché il Signore è sempre soddisfatto delle sue azioni, che sono compiute in piena coscienza di Krishna.
(12:15) Colui che non è mai causa di difficoltà per altri e dagli altri non è mai turbato, che è equanime nella gioia e nel dolore, nella paura e nell'ansia, Mi è molto caro.
(Spiegazione) Un devoto è gentile con tutti, non è causa di difficoltà, paura, angoscia o insoddisfazione per nessuno. Anche se gli altri cercano di agitarlo, egli non è mai turbato perché, per la grazia del Signore, ha imparato a resistere agli assalti del mondo esterno.. La coscienza di Krishna e il servizio devozionale lo assorbono a tal punto che nessuna circostanza lo attrae. In generale, il materialista esulta quando ottiene qualcosa per il piacere dei sensi, o si riempie di tristezza e d'invidia quando vede un altro godere di un oggetto di piacere che non può raggiungere; vive nella paura quando si aspetta di subire la vendetta di un nemico, e si deprime quando non può portare a termine un'impresa con successo. Il devoto, invece, trascende tutte queste cause di agitazione, perciò è molto caro a Krishna.
(12:16) Il Mio devoto che non dipende dal corso ordinario degli eventi, che è puro, esperto, libero dalle preoccupazioni e dalla sofferenza, che non aspira al frutto delle sue azioni, Mi è molto caro.
(spiegazione) Il devoto può accettare il denaro che gli viene offerto, ma non deve lottare per averlo. E quando, per la grazia del Signore, riceve qualche ricchezza, non ne è agitato. E' libero da ogni preoccupazione perché non prende parte ad alcun conflitto.
(12:17 spiegazione) Un puro devoto non si rallegra per il guadagno materiale e non si rattrista per la perdita. Non è molto ansioso di avere un figlio o un discepolo, non è afflitto se non ha l'uno o l'altro. Non si lamenta per la perdita di ciò che gli è caro o perché non ottiene ciò che desidera. Non è toccato dagli atti favorevoli, sfavorevoli o anche colpevoli. Per soddisfare il Signore Supremo è pronto a correre ogni tipo di rischio, e niente può ostacolare il suo servizio di devozione.
(12:18) Colui che è imparziale con gli amici e i nemici, equilibrato nell'onore e nel disonore, nel caldo e nel freddo, nella gioia e nel dolore, nella fama e nell'infamia, sempre libero da ogni cattiva compagnia, sempre silenzioso e soddisfatto di tutto, incurante della dimora, fisso nella conoscenza e impegnato nel Mio servizio devozionale, Mi è molto caro.
(12:19 spiegazione) A volte una persona è lodato talvolta è diffamato, perchè questa è la natura stessa della società umana; ma il devoto è sempre al di là delle condizioni artificiali come la buona reputazione e la diffamazione, la felicità e la sofferenza. Egli è molto paziente. Non ha altri oggetti di conversazione se non Krishna, perciò è detto silenzioso.; infatti, essere silenziosi non significa tacere, ma astenersi dal dire sciocchezze.. Si deve parlare solo di cose importanti e per il devoto i discorsi più importanti sono quelli che riguardano il Signore Supremo. Il devoto è felice qualunque cosa gli accada; i suoi cibi siano saporiti o no, egli rimane sempre soddisfatto. Non è molto interessato alle comodità di una casa: vivere in un palazzo non lo attira più che vivere sotto un albero. Egli è fermamente situato sul piano devozionale perché la sua determinazione e la sua conoscenza sono irremovibili. Bisogna acquisire tutte queste virtù per diventare puri devoti. Chi non è devoto del Signore non possiede a dire il vero, nessuna qualità. Il devoto non deve fare sforzi esterni alla coscienza di Krishna per sviluppare queste qualità, perché il servizio di devozione lo aiuta ad acquisirle.
(12:20 spiegazione) La concezione impersonale della Verità Assoluta e Suprema, che si trova anch'essa descritta in questo capitolo, vale fino al momento in cui non ci si dedica alla realizzazione spirituale completa; in altre parole, è benefica solo finchè non si ha l'occasione d'incontrare un puro devoto del Signore. Colui che segue la via impersonale agisce senza aspirare ai frutti dei suoi atti, medita e coltiva la conoscenza al fine di distinguere ciò che è spirituale da ciò che è materiale
(13:31) Chiunque riesca a vedere che il corpo, creato dalla natura materiale, compiere ogni azione, mentre il sè non agisce mai, vede veramente.
(14:22-25) Chi non prova avversione per l'illuminazione, l'attaccamento e l'illusione ne prova desiderio per queste cose in loro assenza;chi non vacilla ne si lascia turbare da tutte queste reazioni causate dalle influenze materiali, ma resta neutrale e trascendentale sapendo che sono soltanto queste influenze ad agire; chi si situa nel sé e guarda con equanimità il piacere e la sofferenza; chi considera dello stesso valore la zolla di terra, la pietra e l'oro, chi è equanime verso ciò che è desiderabile e ciò che non lo è, chi è stabile, equilibrato di fronte all'elogio e al rimprovero, di fronte all'onore e al disonore, chi tratta con imparzialità l'amico e il nemico, e ha rinunciato a ogni attività materiale -questa persona si può affermare che ha trasceso le influenze della natura materiale.
(spiegazione) Krishna spiega innanzitutto che colui che ha trasceso le influenze materiali non invidia nessuno e non desidera niente. Se l'essere vivente rimane nel mondo materiale, prigioniero del corpo significa che è sotto il controllo di una delle tre influenze della natura materiale, ma quando si libera completamente dal corpo materiale, significa che è fuori dalle prese di queste influenze. Perciò, finchè è ancora nel corpo, l'essere vivente dovrebbe rimanere neutrale, senza prendere in considerazione le circostanze materiali in cui si trova. Dovrebbe impegnarsi nel servizio di devozione al Signore e liberarsi così dalla sua identificazione col corpo. Se una persona ha la coscienza assorta nel corpo materiale, le sue azioni saranno tutte dirette alla gratificazione dei sensi, ma appena porterà la sua coscienza su Krishna questa ricerca di piaceri materiali finirà automaticamente. L'essere non ha alcun bisogno di soddisfare un corpo materiale, perciò non ha neppure bisogno di soddisfare le richieste del corpo. Le influenze materiali continueranno ad agire sul corpo, ma l'anima che è spirituale, non deve esserne turbata. Come arrivare a questo livello? Eliminando ogni desiderio di godere del corpo, ed eliminando anche il desiderio di liberarsi dal corpo. Il devoto del Signore, situato a questo livello trascendentale, è libero dalle influenze materiali senza aver bisogno di fare particolari sforzi.
Al contrario del materialista, tale spiritualista non è mai turbato dagli onori e dagli insulti ingannevoli rivolti al suo corpo. Compie i suoi doveri nella coscienza di Krishna senza preoccuparsi di essere disonorato. Accetta ciò che è utile al compimento del suo dovere nella coscienza di Krishna, ma non ha alcun desiderio materiale e prova la stessa indifferenza verso il sasso e verso l'oro. Considera come un caro amico chiunque lo aiuti nel suo servizio di devozione, ma non odia i suoi cosiddetti nemici. E' imparziale con tutti e vede ogni cosa uguale, perché sa di essere completamente estraneo all'esistenza materiale. Le notizie sociali e politiche non lo toccano, perchè conosce il carattere effimero di questi disordini e agitazioni. Può fare qualunque cosa per la soddisfazione di Krishna, ma non fa mai niente per il proprio piacere. Con questo comportamento si pone su un livello completamente trascendentale.
(14:26 spiegazione) Questo mondo è mosso dall'influenza della natura materiale, ma non ci si deve lasciare turbare dai loro movimenti; invece di lasciare che la nostra coscienza sia assorbita dai movimenti di queste influenze, è meglio trasferirla sulle attività compiute per la soddisfazione di Krishna. Bhakti-yoga significa agire sempre per il piacere di Krishna. Questo non include soltanto Krishna , ma anche le Sue differenti espansioni plenarie.
Diventare coscienti di Krishna, cioè impegnarsi nel servizio di devozione, significa raggiungere lo stesso livello di Krishna. Il Signore descrive la Sua natura come eterna, tutta di conoscenza e felicità.
Come la pepita fa parte della miniera d'oro e possiede tutte le caratteristiche della miniera, l'essere vivente è parte integrante del Signore Supremo e la Sua natura spirituale è qualitativamente uguale a quella di Krishna. Tuttavia l'essere rimane distinto dal Signore altrimenti non ci sarebbe questione di bhakti-yoga. Infatti bhakti-yoga implica la presenza del Signore e quella del Suo devoto, e infine del loro scambio d'amore. Dio, la Persona Suprema, e l'essere individuale sono due identità distinte; altrimenti che senso avrebbe il bhakti-yoga? D'altra parte, non si può servire il Signore Supremo se non si è situati al Suo stesso livello assoluto. Per diventare servitori del re è necessario acquisire le qualità richieste. In questo caso diventa Brahman, cioè libero da ogni contaminazione materiale.
(14:27 spiegazione) Il servizio di devozione al Signore è molto semplice: servire costantemente il Signore, mangiare i resti del cibo offerto al Signore, sentire il profumo dei fiori offerti ai piedi di loto del Signore, visitare i luoghi santi dove si svolsero i divertimenti trascendentali del Signore, leggere le scritture che narrano le attività del Signore e i Suoi scambi d'amore con i Suoi devoti, cantare sempre i santi nomi del Signore facendo vibrare i suoni trascendentali del maha-mantra: Hare Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare, osservare i giorni che commemorano l'apparizione e la scomparsa in questo mondo, del Signore e dei Suoi devoti. Compiendo queste attività, il devoto si distacca completamente da ogni attività materiale

Sri Chaitanya Saraswat Math